Godspeed in italiano non ha traduzione. È un augurio, una contrazione di una frase arcaica che appartiene alla tradizione navale inglese. Buon viaggio, buona fortuna, che dio ti aiuti. Tutto insieme. Non ha a che fare con la velocità, come invece lascia credere. God speed. Dio e velocità. Un viaggio, Un buon viaggio. E un po’ di fortuna, che dio te la mandi buona.
Le parole sono più belle quando tradurle diventa complicato, quando appartengono a una lingua e per provare a strapparle alle loro origini devi mettere insieme sentimenti, emozioni, frasi e frasi per intero.
Lo ha detto Susie Wolff a Niki Lauda, nel giorno della sua morte. Godspeed, Niki. Buon viaggio, buona fortuna, che dio ti aiuti. E ci ha messo dentro un po’ di velocità, nel suo augurio. Come dire “a dio”, ma con “in fretta”. Non perdere nel viaggio la velocità di una vita intera, Niki. Non lasciarla mai andare, e allo stesso tempo lasciane un po’ a noi.
La velocità dei successi in pista, dei tempi di reazione. Quella del coraggio della tua superbia, dell’altissima considerazione che aveva di ciò che sapeva fare, capire, giudicare. La velocità di cambiare, tornare, mai pentirti delle tue decisioni. Quella del suo miracolo, il più grande della storia della Formula 1, e quella - assoluta e inimitabile - del coraggio avuto nel tornare a correre in pista, con i segni ancora vivi del rogo ancora addosso, a pochi mesi dal Nurburgring.
Sei stato sempre velocità, Niki. Anche quando correre è diventato un ricordo lontano. Hai sempre visto più lungo degli altri, credendo nella Mercedes quando in pochi sembravano crederci, affiancando un giovane pieno di talento e fame come Toto Wolff, spingendo per portare al successo definitivo, e assoluto, solo un pilota: Lewis Hamilton.
Eri ruvido, come se la scorza della tua pelle - per sempre segnata dall’incendio della tua giovinezza - avesse la forma del tuo carattere puntiglioso, estremo. Pure un po’ stronzo, perché no. Ma era una scorza, poco altro. Dentro sei sempre stato un frutto dolce, maturo. Un insegnamento che resta, a quattro anni dalla tua morte. A Toto Wolff che senza di te, lo ha detto tante volte, si è sentito perso. Che a te deve tutto, ieri come oggi. A Susie Wolff, a loro figlio Jack, che tieni in braccio come un fiore da proteggere, in una fotografia che dice tutto di quello che siete stati anche solo guardandola. Un premio per chi ti ha avuto con sé, per chi hai amato. Lewis Hamilton, che oggi ti ricorda con la stima e l'affetto di chi sa di essere debitore, Nico Rosberg, James Hunt, Enzo Ferrari, le donne della tua vita. I tuoi figli. Per tutti, tutti quelli che hanno il diritto di parlare di te, eri tenerezza nascosta da cicatrici. Consapevolezza e cuore.
Godspeed Niki, buon viaggio. Buona fortuna. Che dio te la mandi buona. E non perderla mai, quella velocità.