Voto 0. A Darryn Binder. Ok, non è (ancora) un pilota della MotoGP. Ma lo sarà l'anno prossimo e abbiamo la seria impressione che con i brutti voti bisognerà avviarsi per tempo. Ha sbagliato ad entrare in quel modo in una battaglia dove due colleghi si giocavano il mondiale. In MotoGP uno così rischia di fare solo brutte figure e di buttare all'aria un talento che c'è, ma che deve necessariamente passare anche per il filtro dell'esperienza. Ok i contratti e ok la situazione della squadra satellite di Yamaha, ma nel motorsport ci si gioca la pelle e le scelte avventate andrebbero evitate. Binder sorspresa e Binder f(r)etta al latte?
Voto 1. Alla Honda. Per un intero anno, nel 2020, sono stati presi per il cu*o a causa della comunicazione lacunosa su tutto ciò che riguardava Marc Marquez. Poi Marquez si infortuna di nuovo, cadendo in allenamento, e loro che fanno? Fanno peggio dell'anno prima, con un comunicato che dice tutto e niente, senza uno straccio di virgolettato e, soprattutto, spalancando le porte alle ipotesi più assurde e alle ricostruzioni più fantasione su come sta davvero Marc Marquez e su cosa gli sia realmente successo! Recidivi impenitenti
Voto 2. A Iker Lecuona. Non è così che si esce di scena e, soprattutto, non è così che si mettono le basi per ritornare. Iker fa il bravo, dai!
Voto 3. Alla Yamaha. Se Fabio Quartararo manca un giorno i tre diapason scompaiono. Per carità, sono i campioni del mondo e un minimo di relax adesso ci sta tutto, ma è innegabile, e proprio Quartararo lo ripete ad ogni dichiarazione pubblica, che c'è un gap da colmare per rendere realmente competitiva la Yamaha M1. Adesso il rischio è quello di cullarsi sugli allori, ma anche i campioni del mondo si annoiano (soprattutto se hanno manager intraprendenti). Manca poco, che ce vo'?
Voto 4. Al satanasso che tifava Oliveira. Non gli hai portato una gran fortuna, ragazzo! Ma mica è il ciclismo, oh!!
Voto 5. A Franco Morbidelli. Ok l'infortunio, ok il cambio di team in corsa e ok pure il non avere confidenza con la nuova moto, ma è come se fosse arreso e stesse solo aspettando la fine di questa stagione. Nelle dichiarazioni è sempre un po' mosciacchiotto e anche in pista quella tigna che l'ha portato ad essere il vicecampione del mondo nel 2020 sembra un po' scomparsa. Ha tutte le giustificazioni possibili, ma un po' di fuoco negli occhi del Morbido vorremmo tanto rivederlo. Franco, oh Franco!
Voto 6. A Alex Marquez. E' stato bravo, perchè ha conquistato un quarto posto importante e avrebbe probabilmente meritato un otto. Però ha meritato pure un quattro quando ha dichiarato di non sapere come sta il fratello Marc, di non sapere cosa ha di preciso e di non sapere nemmeno cosa gli sia successo. Caro Alex, tu e tuo fratello vivete insieme e lo dite ogni volta in ogni intervista, possibile che non vi incrociate nemmeno oltre che non parliate? Forse era meglio dire: "so tutto, ma non posso riferirvi niente". Altrimenti è prendere in giro gli appassionati e non si fa. Inquilino omertoso!
Voto 7. A Valentino Rossi. Primo delle Yamaha nonostante ormai corre solo per salutarela gente dandosi come primissimo obiettivo quello di non finire a denti per terra in questi GP che mancano alla sua uscita di scena. Certo, c'è poco da essere contenti e un tredicesimo posto non gli regalerà il sorriso, però niente non è se si guarda anche ai risultati di Dovizioso e Morbidelli. Vale c'è a prescindere!
Voto 8. A Ducati. Un titolo l'hanno messo nel sacco. Certo, scambierebbero dieci titoli costruttori per uno piloti e su questo non abbiamo dubbi, ma quella moto lì, inutile negarlo, è il riferimento per tutti. Compresi quelli che hanno alle spalle fatturati che in casa Ducati non si fanno neanche mettendo insieme gli incassi degli ultimi dieci anni! E bravi pure per aver riaperto le porte del box a Casey Stoner: vedere quel pilota lì in quel box tutto rosso è sempre uno spettacolo. Desmosperanza!
Voto 9. A Joan Mir. Ha lanciato un messaggio importante a se stesso e a tutto l'ambiente: non sono un campione del mondo per caso e l'anno prossimo Suzuki ed io saremo della partita. Un altro nei suoi panni avrebbe fatto qualche "vinalesata", invece sta lì, con qualche mal di pancia, ma tutto sommato ancora a comportarsi da uomo squadra e da professionista. Quest'anno per lui non dev'essere stato facile prendere coscienza che non sarebbe riuscito a difendere il titolo. Ma la reazione è stata da campione. L'umiltà e il lavoro pagano sempre e noi non vediamo l'ora di vederlo festeggiare di nuovo... insieme alla mamma! A buon intenditor...
Voto 10. A Pecco Bagnaia. E che gli vuoi dire? Bravo, bravo, bravo!
10 e lode. A Casey Stoner. Se sta nei paraggi di un circuito il nostro dieci e lode lo merita lui, lui e basta. Anche se non indossa la tuta in pelle e s'è vestito come un neoliceale al primo giorno di scuola. Rivedere Stoner nel paddock è come trovare il miglior Bukowski in mezzo ai libri di matematica e ragioneria: una botta di rock and roll nella nenia dell'omologazione. Quell'abbraccio con Vale, quella pace di Portimao che ci ha commosso un po' tutti ricordandoci che il tempo passa e che, venuto meno lo spirito da guerrafondai resta la consapevolezza della condvisione, è quasi una pagina di filosofia del motorsport. Mammamia quanto ci mancherà ciò che è stato!