Voto 0 a Marc Marquez. Uno ti viene a trovare sotto casa sparandosi mille chilometri e te neanche apri? Che poi non eravamo uno, ma quattro e con due moto e un van. Tra l’altro con intenzioni assolutamente non belligeranti: una foto, un ciao e, magari, un come stai. Invece ci siamo dovuti accontentare della dogsitter, gentilissima e pure simpatica, e dei due bassotti, che all’inizio sono stati simpatici, ma poi al citofono ci abbaiavano. Si fa per ridere Marc, rimettiti e, ricordati, ci devi un incontro!
Voto 1 a Alex Rins. E’ vero che la Suzuki di quest’anno è una moto che fa fatica rispetto alle altre e che è cresciuta poco, ma cadere troppo non è il modo per farla andare più forte. Alex ci prova sempre e lo ha fatto anche oggi, arrivando a mettere le ruote davanti a quelle del compagno di squadra e a sfiorare il podio. Solo che il compagno di squadra, poi, è arrivato alla fine e lui no. Troppa foga, troppa!
Voto 2 a Takaaki Nakagami. La Honda a Valencia poteva contare solo sui due piloti del Team LCR e Taka avrebbe dovuto sentirsi una responsabilità in più: portare la RC213V sotto la bandiera a scacchi, anche per dare un bel messaggio a Marc Marquez, alle prese con l’ennesimo preoccupante infortunio, e a Pol Espargarò, rimasto nel motorhome a curare le conseguenze della gran botta tirata venerdì. Invece Taka che fa? Si stende come un Alex Marquez qualsiasi. E daglie!
Voto 3 a Johann Zarco. Tre Ducati Desmosedici ufficiali al primo, secondo e terzo posto. La sua avrebbe dovuto essere la quarta, invece ha fatto sesto. Da quando Jorge Martin va così forte, Johann Zarco non sembra più lui. E dispiace, perché invece è uno che potrebbe stare sempre lì a giocarsela. Ex cazzuto in crisi!
Voto 4 a Miguel Oliveira. C’era? Sembra uno che gioca a non farsi notare ultimamente. Ok che la KTM ha qualche problemino, ma Brad Binder lo sta surclassando senza appello. Urge reazione immediata
Voto 5 a Maverick Vinales. Ok la fase di studio e la presa di confidenza con l’Aprilia RS-GP, ma un po’ più di brio ci vorrebbe. E’ vero che nel suo caso si possono usare tutte le attenuanti possibili, compresa la bruttissima storia con cui ha dovuto fare i conti la sua famiglia, ma reagire è un dovere e troppo tempo da prendersi per studiare non c’è. Dovrebbe fare come quegli studenti che sono consapevoli di non aver proprio studiato tutto il programma, ma, petto in avanti, si presentano lo stesso alla prova d’esame. The last justification
Voto 6 a Fabio Quartararo. Ne aveva, soprattutto negli ultimi giri, ma ha dato l’idea di non aver voluto spingere. Nelle interviste l’ha pure mezzo ammesso: “ci tenevo a fare il giro d’onore con la bandiera di Valentino Rossi, che è il mio idolo ed è il motivo per cui sono diventato un pilota”. Belle parole e, tutto sommato, più che comprensibile anche il braccino dovuto all’appagamento. E’ il campione del mondo, se lo può permettere
Voto 7 a Enea Bastianini. Altro garone, con sorpassi belli decisi come quello fatto su Valentino Rossi (a passargli vicino oggi, rischiando di stenderlo, ci voleva un bel coraggio). Enea è uno forte davvero e ha un modo di guidare che, soprattutto dal vivo, è decisamente spettacolare. Non ha vinto il mondiale dei rookie, ma è comunque lui la vera sorpresa. L’anno prossimo vestirà i colori del Team Gresini e dvrebbe poter contare su una Ducati più aggiornata. Speranza vera!
Voto 8 ai ragazzi dell’Academy. Bellissima l’idea dei caschi: un tributo vero e senza troppi cerimoniali. Genuini, freschi, autentici, come li vuole Valentino Rossi. Che, a quanto pare, vince di brutto anche come maestro. La Bellezza sta nelle cose semplici.
Voto 9 a Jorge Martin. Cade tanto, ma quando non incontra la ghiaia riesce sempre a piazzarsi davanti. Se l’italia del motociclismo ha in Bastianini, Bagnaia e Morbidelli il suo futuro per il dopo Valentino, la Spagna può contare su Martin per il dopo Marquez molto più di quanto sembra poterlo fare su piloti più affermati come Mir, Rins o gli Espargarò.
Voto 10 a Pecco Bagnaia. Cinque gare in un mondiale non le vinci per caso, soprattutto se chi ha vinto quel mondiale è salito sul gradino più alto del podio per lo stesso numero di volte. E’ mancata un po’ di costanza, ma arriverà e la Ducati sa aiutarlo mettendogli a disposizione una Desmosedici con cui sembra andare a nozze. Bravo, preciso, veloce. Che gli vuoi dire? E ha pure un altro merito: mettere d’accordo Casey Stoner e Valentino Rossi. Pecco, hai una missione!
Voto 10 e lode. A Valentino Rossi. Per tutto e senza niente da dire. Solo grazie, Vale!