La buona notizia per Pecco Bagnaia a Jerez è che il terzo posto nella Sprint Race - "poteva essere tranquillamente un quarto se Quartararo non fosse caduto", sottolinea candidamente - non è figlio di un problema del 2025, non è determinato da chissà quale innalzamento dell'asticella dovuto all'avvento di Marc Marquez nel box rosso. È una difficoltà che Pecco si porta dietro da quando è stato inventato questo format (il 2023) e che scompare solamente quando il 63 riesce a completare il primo giro della gara breve davanti a tutti. Allora gli si chiede: "Pecco, ma non basterebbe partire alla grande come sai fare?". Lui, che solamente nel sabato di Austin si è affacciato per qualche curva in testa al gruppone selvaggio, ammette: "Ci fosse la volta che riesco a partire bene e a mettermi primo potrebbe essere diverso. Ma comunque non sarebbe la soluzione, perché devo riuscire ad essere più competitivo nella Sprint Race come lo sono negli altri turni".
Questo è il punto. Bagnaia al sabato pomeriggio, quando il serbatoio non è leggero come quello della qualifica ma nemmeno stracolmo come alle 14 di domenica, sembra non riconoscere la sua Desmosedici. Accadeva la stessa cosa con la GP23, con la GP24 le magagne venivano rintuzzate da quei weekend di stato di grazia in cui Pecco avrebbe dominato pur gareggiando su neve e gomme chiodate, ma con la GP25 sono riemerse tutte. Anche perché, se il feeling migliore ancora non è stato trovato per le gare lunghe, figuriamoci per le Sprint. Bagnaia ci scherza su: "Avevo la stessa moto con cui stamttina ho fatto il record in prova di partenza, da zero a cento km/h in un secondo e otto, eppure il mio start nella Sprint è stato quello che tutti avete visto". Claudicante, saltellante, tutt'altro che perfetto, con Alex Marquez che intanto ringraziava e Morbidelli che provava a farsi sotto. La Ducati numero 63 nelle Sprint si impenna di più e trasmette al suo pilota un feeling all'anteriore che è l'ombra sbiadita della confidenza che Pecco sente nelle mani in qualifica (oggi solo un decimo lo ha separato da Marquez) e nella gara lunga.

Non sa più come spiegarcelo Pecco, eppure trova uno spunto che ci fa sorridere, perché per un istante un tre volte campione del mondo sembra sedersi accanto a noi sul divano e dire ciò che pensiamo da tempo: "Sempre uguale, purtroppo la mia Sprint classica è questa qui, se non parto davanti subito, dopo questo è il risultato. In generale mi sembra sia così non solo per me, perché tutti i primi cinque o sei piloti mantengono le proprie posizioni di partenza e arrivano al traguardo distanziati più o meno di un secondo l'uno dall'altro. Non si riesce a far meglio, se provi ad avvicinarti al pilota davanti rischi molto, perché l'anteriore comincia a chiudere. Alla fine la gara che dovrebbe essere più divertente diventa la più noiosa".
Visto che questo tema merita un approfondimento tecnico a parte, torniamo su Pecco Bagnaia. Insieme a lui, non vediamo l'ora che sia domenica, per verificare se la gara lunga di Jerez de la Frontera saprà chiudere il primo capitolo di questo Mondiale e consegnarci l'eccitazione di voltare pagina. Dopo l'agognata domenica andalusa - è inevitabile - Bagnaia sarà sottoposto al primo serio bilancio di questa stagione. Se non dovesse esserci un'inversione di rotta, nessuna tragedia. C'è sempre un lunedì, di test in questo caso, in cui proverà a sistemare tutto. Poi, a bocce ferme, si vedrà.
