Nella Sprint di Jerez ha chiuso quarto, appena dietro i tre che sembrano fare un altro mestiere, però Franco Morbidelli nella sala stampa di Jerez ha i movimenti di uno tutto tirato e l’aria di chi non è affatto contento. In verità contento lo è, ma non gli riesce neanche di sorridere. Perché? Perché gli fa male tutto dopo il gran botto del sabato mattino e prima ancora di commentare il risultato di giornata vuole mettere in chiaro una cosa: “Sono stato veramente fortunato”. Il volo, anche se dalle immagini è sembrata la classica caduta, è stato di quelli in cui ci si può fare male di brutto e l’italobrasiliano racconta di essere preoccupato per la gara lunga di domani: “Ho dolori ovunque, speriamo bene per domani. Poter tornare al box dopo un botto così, rimettersi in sesto per fare la qualifica e poi rimettersi ancora in sesto per fare la Sprint è stata una grande cosa. La cosa più bella della giornata è stata proprio questa: essere riusciti a superare quello che era successo e fare quinto in qualifica e quarto in gara. Ringrazio prima di tutto il mio fisioterapista che mi ha trattato prima della qualifica e poi della gara. Ora dovremo cercare di fare un altro step per domani”.

Uno step che prevede anche il riuscire ad avere assolutamente chiaro cosa è successo, con Morbidelli che però sulla questione sembra avere già le sue certezze. “Era il primo giro, era freddo e quindi anche la gomma era molto fredda – ha spiegato – Ho preso una brutta botta a tutte e due le mani e al collo. E’ vero che gli air fence hanno fatto un grandissimo lavoro, ma vi garantisco che si sentono. E’ stata dura psicologicamente? La risposta è solo che è sono dolorante e mi fa male tutto”.
Il vero risultato di giornata per il pilota del Team VR46 è quindi l’essere riuscito a esserci e fare comunque bene. E sembra fregarsene della possibilità che oggettivamente c’è stata di poter fare anche un passettino in avanti in più, magari sfruttando una penalità mai arrivata (se non in denaro) per Alex e Marc Marquez dopo l’ingresso anticipato in pista quando il commissario aveva ancora in mano la bandiera rossa. Un episodio che ha fatto discutere e farà discutere, ma su cui il pilota della squadra di Tavullia taglia corto. Senza cadere nella provocazione, ma anche lasciando intendere che le decisioni non sono sempre uguali per tutti. “Vado a memoria – ha sibillinamente ricordato Morbidelli – ma è successo anche a me di entrare in pista con bandiera rossa e avevo ricevuto una penalità vera. Ero stato penalizzato con un arretramento di posizione, ma con me spesso e volentieri le penalizzazioni sono in termini di posizioni di partenza”.
Argomento marginale, però, rispetto al vero tema su Morbidelli. Che adesso, con la MotoGP che è tornata in Europa, si conferma un pilota definitivamente tornato. E pronto a giocare su livelli che non sembravano più suoi dopo quel 2020 in cui ha sfiorato la vittoria del titolo mondiale con una Yamaha satellite e gli anni difficili passati sempre con Yamaha, ma nel team ufficiale. Ecco, essere tornato sembra ciò che per Morbidelli in questo momento suona ancora di scoperta, mentre continua il lavoro – anche di strategia – per riuscire a guidare la Desmosedici GP24 come Alex Marquez. Magari pure “lanciando sottili appelli” a darsi una mano tra ducatisti italiani proprio come fanno i due fratelli di Cervera.