È l’inizio del secondo turno di qualifica, Marc e Alex Marquez escono insieme come di consueto. Lo fanno, però, troppo presto, questione di secondi: la bandiera rossa sventolata dal commissario è rossa e in pista non ci si potrebbe entrare. Marc se ne accorge, Alex probabilmente no. A fine qualifica, Pecco Bagnaia (3°) non ne fa mistero al parco chiuso, parlando del fatto che forse Marc (2°) verrà penalizzato e che quindi potrebbe salire di una piazza.

Nessuno però sa bene come fare: il regolamento (articolo 1.21, paragrafo 1) dice: “I piloti devono rispettare le bandiere, i segnali luminosi e i pannelli che trasmettono le istruzioni, inclusi i messaggi sul dashboard della Direzione di Gara. Qualsiasi violazione di questa regola sarà sanzionata secondo quanto previsto dall'articolo 1.22 o dall'articolo pertinente per la Direzione di Gara”. Nell’articolo 1.22, però, non è specificata una sanzione per chi entra con il semaforo rosso in un turno di qualifica, la decisione è quindi responsabilità della Direzione Gara. La sentenza arriva poco più tardi ed è diversa per i due fratelli. A Marc Marquez, 2.000 euro di multa. Ad Alex Marquez “per aver ottenuto un vantaggio”, 2.000 euro di multa e il tempo ottenuto nel primo run cancellato, che comunque è stato migliorato nel secondo tentativo. Niente penalizzazioni sul versante sportivo quindi, ma soltanto economiche. Eppure pare che questa storia non sia piaciuta a nessuno.
Non è piaciuta a chi pensa che sia stato Pecco Bagnaia a lanciare l’allarme. La verità è che Bagnaia l’ha detto in televisione, ma sono stati team rivali a farlo presente in Direzione Gara e non certo Davide Tardozzi per il Team Lenovo. Non è piaciuta, questa storia, neanche a Marc Marquez, che è stato molto duro prima di scoprire l’entità della penalizzazione.
Manco a dirlo, a qualcuno non è piaciuta la cifra stabilita dalla Direzione Gara: 2.000 euro per un semaforo rosso sono tanti per strada, non molti in pista. Chi pensa che il tempo “rubato” dai fratelli Marquez sia irrisorio dovrebbe considerare che un jump start viene punito con due long lap penalty e che sbavature come un “track limits” all’ultimo giro generalmente si perde una posizione.
Entrando nel merito, a nostro modo di vedere: giusto dare la multa, giusto non andare a pregiudicare il risultato sportivo. Giusto che la pista parli più forte di queste piccole storie.
