Dopo settimane di silenzio, Lewis Hamilton è tornato a parlare e, pur non volendo entrare nel merito di quanto avvenuto ad Abu Dhabi, non ha mancato di lanciare frecciate alla Federazione Internazionale dell’Automobile per come si è comportata nell'ultimo periodo.
Allontanato il direttore di gara Michael Masi, ora riposizionato ad altro, al momento ignoto, incarico, quasi ad ammettere che a Yas Marina è stato effettivamente compiuto un errore grossolano, ora si attende dal neo presidente federale Mohammed Ben Sulayem un ulteriore passo per sgomberare il campo dal passato.
In occasione della sua prima conferenza stampa 2022, infatti, il sette volte iridato ha sostenuto che bisognerebbe mettere mano anche al collegio dei commissari, chiamati a giudicare, durante e successivamente alle fasi di gare, eventuali episodi contrari al regolamento. Secondo Hamilton, queste figure cambiano sì di gara, in gara, ma la loro appartenenza è ricondicubile a un gruppo di persone troppo ristretto: ex piloti o personaggi a vario titolo legati a scuderie iscritte al campionato. Troppa vicinanza insomma, troppo interessi, presenti o passati, in comune con le squadre o con chi le comanda, per assicurare una vera terzietà - ciò che ci si aspetta da un giudice.
“C’è bisogno di professionalità”, è il monito del 37enne. “Ci meritiamo dei commissari imparziali e credo che in giro ce ne siano di validi”.
Insomma una neppur troppo velata accusa bella e buona. Che davvero negli uffici della direzione di corsa le decisioni vengano prese ad personam? I dubbi ci sono ed Ham non è certo il primo che ne parla. Qualche tempo fa fu Fernando Alonso a denunciare atteggiamenti di favore, ma in quel caso proprio nei confronti degli inglesi.
Insomma, una situazione nebulosa e poco chiara, dove tutti cercano di tirare acqua al proprio mulino. "Ci sono piloti molto amici di alcune persone e con cui viaggiano assieme", la soffiata dell'asso della Mercedes. "È normale avere delle simpatie per chi si conosce meglio. Per questo ritengo utilie affidarsi a chi non ha pregiudizi e in grado di essere del tutto neutrale quando di tratta di prendere una decisione”.
Riuscirà il peso politico del più titolato dei piloti in griglia a ricondurre la FIA a più miti consigli anche da questo punto di vista?