Nelle ultime ventiquattro ore l’universo Juve è stato un susseguirsi di novità e colpi di scena: non che fosse un epilogo così imprevedibile quello che ha visto la squadra di Maurizio Sarri uscire dalla Champions League e fallire dunque la mini rimonta necessaria per eliminare il modesto Olympique Lione, ma il mancato accesso ai quarti di finale ha avuto le sue immediate conseguenze, prevedibili anch’esse. Nonostante le frasi di circostanza l’ex allenatore di Napoli e Chelsea è stato silurato all’indomani dell’ennesima disfatta europea, sostituito in fretta da Andrea Pirlo, il preferito da Andrea Agnelli che era designato appena una settimana fa come tecnico della formazione Under 23. L’annuncio ufficiale è arrivato immediatamente, neanche il tempo di fantasticare troppo sul nome del successore di Sarri, anche se, nel corso delle poche ore in cui la panchina della squadra bianconera era rimasta vuota, abbiamo provato a ipotizare qualche nome improbabile (no Zidane, no Simone Inzaghi, no Pochettino), qualcuno che potesse davvero raccogliere l’eredità dell’allenatore toscano. Così da rendere la situazione ancora più surreale di quanto non fosse già.
Lele Adani
Reduce dai battibecchi televisivi con Max Allegri divenuti materiale molto prezioso da ripescare di tanto in tanto su YouTube e incentrati principalmente sull’eterno dilemma tra pragmaticità e bel gioco, Andrea Agnelli avrebbe potuto scegliere proprio il cantante/showman/commentatore di Sky Sport come nuovo condottiero bianconero, l’uomo giusto per dimostrare l’importanza del calcio spettacolo. Se ha fallito Sarri, chi se non Adani? Oltre alla smisurata passione per la classe di Dybala, al centro del progetto insieme a Rodrigo Bentancur e ad altri 9 sudamericani nell’undici titolare, quantomeno per poter dire ‘le ho provate tutte’.
Corrado Orrico
L’evoluzione del concetto di ‘provarle tutte’, che ogni vero tifoso juventino sarebbe disposto ad accettare pur di poter alzare al cielo quella benedetta coppa dalle grandi orecchie, avrebbe una sua compiuta realizzazione con l’ingaggio dell’ex allenatore dell’Inter (ma anche di una caterva di squadre toscane medio piccole tra cui l’ultima il Gavorrano, nel 2003), chiamato al ritorno sulla panchina di una squadra per cui non ha mai simpatizzato e di cui ne ha dette di tutti colori durante le recenti ospitate in tv, dove spesso si è lasciato andare ad affermazioni schiette ma anche parecchio sgangherate, del tutto scollegate rispetto alla realtà che viviamo. Grande conoscitore della terza serie, o Serie C (e forse davvero indicato per il ruolo di coach dell’Under 23), avrebbe già parlato con Andrea Agnelli per far installare una maxi gabbia in modo da migliorare la qualità del tocco palla degli imbranati centrocampisti juventini. I vecchi rimedi, si sa, funzionano sempre.
Alberto Malesani
Era stato vicino alla Juventus tanti anni fa, sia per merito delle esperienze con Parma e Verona e sia perché ai tempi il casting come allenatore della Juve era praticamente sempre aperto. È simile a Sarri per via della lunga gavetta che lo ha visto allenare in undici diverse piazze italiane in A. Ma a differenza del toscano, quando a Parma gli costruirono la squadra per vincere il campionato, lui vinse in Europa, e precisamente la Coppa UEFA nel '99. E se il suo momento fosse arrivato solamente adesso dopo anni dedicati solamente al Valpolicella e all’Amarone? Se ciò che è mancato alla squadra bianconera contro il Lione (e un po’ tutta la stagione, diciamolo) sono stati la cattiveria, la grinta, la cazzimma insomma, il mister veneto sarebbe stato il profilo perfetto su cui scommettere per smuovere un po’ l’ambiente. 3-4-3 super offensivo e ‘Mollo, ma quale mollo?' (cit.) mandato in loop dagli altoparlanti dell’Allianz Stadium per spronare tutti.
Angelo Di Livio
Ciro Ferrara l’hanno già chiamato e non è andata esattamente come si voleva, Antonio Conte inutile spiegarlo, Paolo Montero allena già la Sambenedettese, Del Piero sta negli States e non ne vuole sapere di tornare, Gianluca Vialli è stato poco bene di recente: se proprio l’idea è quella di trovare qualcuno con il DNA Juve, perchè non ‘Soldatino’ Di Livio? D’altronde almeno lui ha già iniziato ad allenare seriamente... la Nazionale delle Poste Italiane. Le soluzioni adottate? Il 4-4-2 scolastico, il ritorno di Emanuele Giaccherini come jolly tuttofare e l’assoluta assenza di fantasisti e calciatori creativi.
Serse Cosmi
Un altro imperativo che nelle ultime ore avrà sicuramente riempito i pensieri di Andrea Agnelli è quello di trovare un profilo più rock rispetto a quello di Maurizio Sarri, di rinunciare magari a qualcosa dal punto di vista delle conoscenze e della preparazione a discapito di un profilo dal look completamente differente che possa contribuire a mettere in atto una rivoluzione estetica e dare alla Juventus un’immagine diversa. Se il presidente avesse scelto quel figo di Serse Cosmi, lo avremmo apprezzato tantissimo, quantomeno per vedere il giubbotto di jeans, gli occhiali da sole e i cappelli da baseball nel formal outfit di squadra.