Jorge Lorenzo e Ducati. Un rapporto controverso, dolceamaro. Un legame che si spezza nel momento in cui arriva la vittoria. Corre la stagione 2018; il Porfuera e Borgo Panigale - al Mugello - annunciano la separazione a fine stagione dopo un 2017 complicato, messo in cattiva luce dall’exploit dell’altro ducatista: Andrea Dovizioso. Sei vittorie per il forlivese e il maiorchino, pagato dieci volte tanto, costantemente nelle retrovie. Tra le colline toscane, però, qualcosa si sblocca. La Ducati porta una nuova sella al cinque volte campione del mondo che, come per magia, risorge. Vince in fuga tra i cordoli verniciati di tricolore e replica lo spettacolo una settimana più tardi, a Barcellona. Tempo un mese e Jorge vince ancora, sui saliscendi di Zeltweg, battendo Marc Marquez in volata. “Ma non avrete avuto troppa fretta?” – la domanda che qualsiasi appassionato delle due ruote rivolge a Lorenzo e Ducati. “Ormai è andata”, replicano i diretti interessati. Lo spagnolo nel 2019 si trasferisce in HRC, smarrendo la confidenza acquisita alla guida della Desmosedici. Raccoglie cadute, delusioni e dolori. Nella testa del Porfuera, dopo una rovinosa rotolata nella ghiaia di Assen, si insinua l’idea del ritiro. Un’idea che si trasforma prima in convinzione e, successivamente, in scelta definitiva.
Si pensava che a margine della rottura del 2018, tra Jorge Lorenzo e Ducati, non ci sarebbe più stata possibilità di contatto. Ad essere sottovalutati, tuttavia, erano i rapporti tra il pilota e Gigi Dall’Igna, Direttore Generale di Ducati Corse. Un’ammirazione reciproca dalle origini lontane, nata tra i box del Team Fortuna Aprilia, classe 250cc. Un giovane talento, Jorge Lorenzo, e un ingegnere a suo modo visionario, Gigi Dall’Igna, conquistavano consecutivamente (nel 2006 e 2007) due titoli mondiali nella cilindrata intermedia. Un legame professionale che non si è mai annacquato, come ha rivelato recentemente Jorge in un’intervista a Catalogna Ser. Parole con cui il maiorchino ha lasciato intendere che la politica dei piloti giovani - intrapresa da Ducati a partire dal 2021 con l’approdo di Pecco Bagnaia nel team ufficiale – sarebbe stata accantonata in cambio di un suo clamoroso ritorno in rosso: “Sia nel 2020 che nel 2021 ho avuto due possibilità di tornare in Ducati, ma all'ultimo momento non me la sono sentita e non ho firmato. A volte devi sapere quando fermarti e questo è uno sport rischioso in cui puoi farti male. Non volevo correre altri rischi e non sentivo più il bisogno di correre. Sono sicuro che se nel 2017 avessi avuto la Ducati di oggi, i risultati sarebbero stati nettamente migliori e magari la mia carriera sarebbe finita diversamente. Da quando Gigi Dall’Igna è arrivato nel 2014, poco alla volta e per tentativi, è riuscito a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, sia a livello tecnico che a livello di piloti, e oggi la Ducati è praticamente inarrestabile”.