E’ salito per la prima volta sul podio da quando fa il pilota di macchine da corsa, ma alla prima intervista ha parlato di quelle due volte che non gli è riuscito di vincere. Per Valentino Rossi quel decimo titolo mancato resta una ossessione. Per carità, non di quelle che ti divorano, ma di quelle con cui si impara a convivere e che, puntualmente, ritornano a “sporcare” un po’ persino i momenti di gioia. Per nove volte è salito sul tetto del mondo da pilota d moto da corsa e meglio di lui, ma in altri tempi e con altri format, ha fatto solo Giacomo Agostini, però quella doppia cifra mancata scotta ancora e non fa il Dottore non fa niente per nasconderlo.
“Onestamente non rimpiango nulla della mia carriera in moto – ha detto Valentino Rossi nell’intervista rilasciata ai colleghi di Motorsport – Non ci sono decisioni che ho preso e che, a distanza di tempo, mi sono pentito di aver preso. Certo, i due anni in Ducati non sono stati buoni, ma non rimpiango neanche quella scelta. Onestamente, non rimpiango nulla nel senso di una decisione che ho preso: è stata una grande sfida, io pilota italiano su una moto italiana. Se avessimo vinto avremmo fatto la storia". E per fare la storia è giusto anche prendersi qualche rischio, compreso quello di fallire.
Ciò che non è giusto, o che comunque Valentino Rossi non ritiene tale, è eventualmente, il non essere riuscito a portare a casa dieci titoli mondiali. “Sono un po' triste per non aver vinto il decimo titolo – ha spiegato ancora il Dottore - Soprattutto perché penso di essermelo meritato per il mio livello e la mia velocità. Due volte ho perso il titolo nell'ultima gara della stagione". La prima volta nel 2006, con un’ultimo GP totalmente da dimenticare, in cui nulla sembrava funzionare in maniera sufficiente e con una caduta che, di fatto, ha consegnato a Nicky Hayden quel titolo. La seconda, volta, non serve neanche stare a dirlo, è stata nel 2015, con Rossi che, però, non torna sulla solita, immortale, polemica e preferisce liquidare la domanda restando sul generico. Ribadendo anche, però, che al di là del rammarico, è orgoglioso di quello che è riuscito a fare in oltre un quarto di secolo nel motomondiale: “E’ andata come è andata. E’ quello che è, È quello che è, ma credo di non potermi lamentare del bilancio complessivo della mia carriera".