Il dolore negli occhi di Leclerc che, a testa bassa, lascia il box a piedi, con la sua Ferrari parcheggiata all’interno, è quello dei tifosi della rossa di tutta Italia. La delusione di una promessa mancata, e di un’occasione che difficilmente (considerando le prestazioni della monoposto di quest’anno) riusciranno a replicare altrove. Il monegasco dà un nome a quel groviglio di sentimenti, guardando gli altri correre nella sua Monaco: “Solo tristezza - dice ai microfoni di Sky - avrò bisogno di un po’ di giorni per rendermene conto”.
E fa male lo zero in classifica, la vittoria sfumata, la delusione dopo la pole position. Fa male tutto ma, più di ogni altra cosa, fa male l’averci creduto. Perché dopo l’incidente di sabato i dubbi sulle condizioni della monoposto numero 16 erano tanti, ma la Ferrari ci ha tenuto a rassicurare i tifosi: il primo messaggio, nella serata di sabato, per dire che no, la macchina non aveva subito gravi danni.
E poi la conferma nella mattinata del Gran Premio, un vero sospiro di sollievo per tutti. La scuderia di Maranello, dopo quelle che sembravano attente analisi, ha deciso di mettere in pista la macchina senza effettuare modifiche che avrebbero portato a una penalizzazione.
Un rischio che non ha pagato, anche se il ritiro di Leclerc non è dovuto alla rottura del cambio (ma comunque a un problema derivante dall’incidente del monegasco) e che oggi fa male al cuore e alla passione dei tifosi. Sui social tanta amarezza, e tante critiche per la Ferrari, responsabile di non aver compreso i problemi alla monoposto e - forse colpa più grave in questa domenica così emozionante - responsabile di aver fatto sperare gli appassionati, farli sognare un nuovo successo per Charles Leclerc, che non arriva dall'ormai lontana Monza 2019.
Specchio di un paese che continuiamo ad amare ma che sembra ricadere sempre negli stessi errori, nelle stesse leggerezze, negli stessi problemi che altrove non vediamo, la Ferrari esce così sconfitta da questo successo assicurato. E oggi più che mai la tristezza di Leclerc assomiglia a quella di tutti gli italiani.