In spagnolo "stato di grazia" si traduce con "momento dolce". È quello che sta vivendo Jorge Martin da almeno quattro settimane a questa parte, a suon di vittorie, podi, pole position, giri veloci, punti guadagnati e bandiera Rojigualda avvolta attorno al collo dopo la gara. Dalla Romagna al Giappone, passando per l'India, sono cinque i successi di Jorge Martin su sei gare (Sprint Race comprese). L'unica volta in cui non ha vinto, nella domenica del Buddh, è arrivato secondo, aveva la tuta aperta e una disidratazione in atto. Nel solo mese di settembre Martin ha rosicchiato 59 punti a Pecco Bagnaia (adesso Jorge è a sole tre lunghezze dalla testa della classifica), complici anche gli "zero" del campione del mondo in carica al Montmeló e in India. È vero, si dice che psicologiamente la posizione del cacciatore sia più vantaggiosa rispetto a quella della preda. E per Jorge Martin, forse, questa metafora tanto adoperata nel linguaggio sportivo calza a pennello, perché lui insegue Pecco Bagnaia a mente quasi sgombra: ha la stessa moto ma, al contrario di Bagnaia, non è obbligato a vincere il Mondiale. In Pramac, quest'anno, sono già piuttosto soddisfatti del lavoro del 25enne madrileno. Il peso del dovere è tutto spostato su Pecco e sul team Ducati ufficiale.
Eppure, a giudicare dalla pista e dalle interviste, ci sono tutti i presupposti affinché ciò che sta vivendo Jorge Martin non sia solo un "momento, o uno "stato", ma diventi normalità. L'innata esplosività nel giro secco, la sicurezza che il numero 89 sembra avere quando è primo, con pista libera davanti, in fuga, ed è costretto a gestire la situazione. In questo weekend, a Motegi, Jorge ha abbinato ai suoi marchi di fabbrica altri, importanti, segnali di forza: ha riscattato un errore con facilità disarmante (dopo essere andato "lungo" in curva 3, ad inizio gara, ha rimontato in pochi giri le cinque posizioni perse) e ha vinto senza dominare, sul bagnato oltretutto. Nelle interviste post, gara, infatti, oltre a ribadire come non sia lui a dover vincere il titolo, Jorge sembra ben cosciente del suo incredibile stato di forma: "È stata una bella giornata, non tanto prima di partire, perché partire con delle slick con tanta pioggia e stare davanti è stato davvero difficile, pensavo di cadere. Alla fine del primo giro non sapevo cosa fare, così ho lasciato passare Jack e Pecco e come ho visto che si fermavano ho detto 'dai mi devo fermare anch'io'. Dopo il flag to flag è andata bene, sono riuscito ad uscire primo di quelli che si fermavano, il fatto è che poi sono andato un attimo lungo alla tre, ma avevo un bel grip, avevo fiducia e sono riuscito a tornare in prima posizione. Sul bagnato mi sentivo sicuramente meno in forma rispetto all'asciutto, ma quando Pecco mi ha recuperato ed è arrivato a sette decimi da me ho spinto e sono riuscito a ridargli tre, quattro decimi. Lì ho capito che avevo quel margine per riuscire ad andare ancora un po' via, mi ha dato fiducia. Poi però le condizioni sono diventate troppo difficili per guidare. Io non ho alzato il braccio ma ho visto che Pecco e Marc l'alzavano e in effetti era da bandiera rossa. Poi non ho capito perché hanno provato a farci ripartire, le condizioni non erano cambiate. Comunque era buio, non si vedeva, c'era tanta acqua ed era giusto non ripartire".
"Siamo tornati forti in qualifica - ha continuato Jorge - siamo forti sull'acqua, sull'asciutto. Andiamo forte dappertutto e speriamo di continuare così. Il mio setup? Lo possono vedere tutti i piloti Ducati, per il momento lo uso solo io. Penso che, come avevo detto anche in India, adesso ho iniziato a trovare la mia forma, a capire quanto muovermi sulla moto, quanto spin fare a seconda del grip. Penso che questo mi aiuti molto, ad esempio oggi passavo tutti in accelerazione perché riuscivo a fare una manovra un po' diversa. Il Mondiale? La responsabilità di vincere il titolo continuo a dire che ce l'ha Pecco perché è nel team factory. Di sicuro ho voglia anch'io di vincere il Mondiale, ma sarà lunga perché Pecco è sempre lì sul podio anche nelle gare in cui fa fatica. È bello comunque che ci sia questa lotta, meglio di quando Pecco aveva 60 punti (ride). Ora abbiamo recuperato tutto e bisogna provare a fare distacco".