Gino Rea, 32 anni, ha sfiorato la morte nel giovedì della 8 Ore di Suzuka, quando si è trovato senza freni nell’ultima sezione della pista, per poi finire contro la barriera che tanti anni prima aveva tolto la vita a Daijiro Kato. Le condizioni del pilota britannico sono risultate subito gravi, tanto da convincere i soccorritori a trasportarlo immediatamente all’ospedale più vicino con un’eliambulanza. A questo punto le notizie dal Giappone sono state filtrate per questioni di privacy, tuttavia i media locali avevano riferito di un’operazione d’urgenza alla testa e dello stato di coma del pilota. La famiglia è stata avvisata immediatamente ed è stata organizzato un volo, con visti di emergenza per entrare in Giappone e sincerarsi delle condizioni di Gino. Così, nel pomeriggio di martedì i parenti hanno scritto un lungo messaggio per dare un aggiornamento.
“Questo post è stato scritto dai parenti stretti di Gino.
Non abbiamo potuto pubblicare un post prima in quanto la cultura giapponese non rilascia notizie ai media senza il contatto diretto con la famiglia.
Siamo arrivati in Giappone l'8 agosto alle 20:00 e per questo ringraziamo di cuore l'EWC, la FIM, il circuito di Suzuka, il consolato britannico e la squadra corse TSR per tutto l'aiuto nell'organizzare dei visti di emergenza per noi.
Alle 14:30 abbiamo avuto l'opportunità di vedere Gino e ora abbiamo la conferma delle sue condizioni mediche.
Gino è stato ricoverato in terapia intensiva sabato 6 agosto a seguito di un incidente nelle prove libere 2. Ha riportato una commozione cerebrale e gravi ferite alla testa, ha anche lesioni alla clavicola sinistra. È ancora sotto sedazione per ridurre il gonfiore al cervello e per controllare la sua temperatura, mercoledì dovrebbe sottoporsi a un'altra TAC per una rivalutazione delle sue condizioni.
Grazie per l'eccellente lavoro dei medici di Suzuka, dell'equipaggio dell'elicottero e del personale dell'ospedale.
Gino è molto forte, vive la vita al massimo e dà il 100% in qualsiasi situazione. Lui è così in forma e in salute che sicuramente riuscirà a riprendersi alla svelta.
Grazie per tutti per il supporto e i messaggi.
Vi terremo aggiornato non appena avremo nuove informazioni.
Famiglia Rea e Berdini”
I messaggi dal mondo delle corse, potete leggeri sotto al post, sono moltissimi. A scriverli ci sono piloti del mondiale, vecchie leggende, sportivi da altre discipline, appassionati, amici. Il messaggio è sempre lo stesso. E, sperando che le cose si sistemino il prima possibile, non possiamo che pensare ancora alla magia dello sport del motore: tutti, dall’ex pilota al campione del mondo, sanno che in moto si muore, che non è uno scherzo. In fondo corrono pure per quel brivido, con la speranza che non diventi mai qualcosa di più. Nemmeno per Gino Rea.