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Il paragone di Pol Espargarò: “Io come Alex Barros”

2 novembre 2021

Il paragone di Pol Espargarò: “Io come Alex Barros”
Il brasiliano è stato uno dei suoi idoli e ad accomunarli c’è una caratteristica: cadere spesso. Pol Espargarò ha raccontato di essersi sempre ispirato a Barros e di averlo anche voluto incontrare: “Con me fu gentilissimo e mi fece anche entrare nel suo camper”

Ognuno ha i suoi idoli. E quello di Pol Espargarò è Alex Barros. Un mito della MotoGP, anche se non ha vinto moltissimo come altri campioni, e che aveva catalizzato tutte le attenzioni di Pol sin da quando era bambino. “Uno dei ricordi che ho è vedere Alex nel team Sito Pons – ha raccontato il pilota del Team Repsol - con una moto gialla. A quel tempo stava andando abbastanza forte, lottando per vincere le gare, ma il problema che aveva è che cadeva molto, molto, proprio come me. Infatti, ogni volta che cadevo, ricordo di aver visto mio padre e mio fratello che dicevano: 'guardalo, è già caduto di nuovo'. Quindi con Alex ho avuto quella sensazione di essere identificato e ho iniziato a piacermi fin da quando ero piccolo”.

Pol Espargarò è consapevole che, almeno per adesso, il paragone non regge, ma ironizza sulla scelta del proprio punto di riferimento, sottolineando di non ricordare un episodio specifico che gli ha fatto amare Alex Barros: “Non c’è una corsa che ricordo più di altre e non aveva nemmeno uno stile di guida particolarmente spettacolare, visto che era elegantissimo e composto sulla moto. Però mi piaceva lo stesso e, oggettivamente, Barros è stato un talento enorme”. Un talento che poi s’è dimostrato anche un uomo accogliente e pronto a dare consigli ai suoi giovani tifosi, con Pol Espargarò che ricorda un episodio: “Mentre correvo il campionato catalano e lui era nel campionato del mondo MotoGP, che correva anche quel fine settimana sul circuito. È stato molto gentile con me e mi ha persino fatto entrare nel suo camper! Questo è qualcosa che apprezzo molto di più ora, perché è un gesto molto gentile”.

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Tanto che poi, quando la carriera dello spagnolo ha cominciato a farsi seria, anche sulla scia del fratello Aleix, Pol non ha avuto dubbi sul numero con cui avrebbe voluto correre: “Il 4, proprio come Barros”. Ma non si poteva in quel momento e la scelta è diventata un’altra. 44. “Due volte quattro – ha concluso il pilota della Honda - E infatti ora per me 44 significa i miei inizi, credere sempre in qualcosa o qualcuno che ti piace, per rimanere fedele ai tuoi ideali, sia quando le cose vanno bene, sia quando vanno male”.

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