Una giornata raddrizzata. Franco Morbidelli è uno che riesce a usare troppo bene le parole per sintetizzarla così o per tagliare corto, ma quella di oggi al Mugello è stata, per lui e la sua squadra, una giornata effettivamente raddrizzata. Perché era cominciata male e perché s’è chiusa con un ingresso diretto in Q2 che permetterà di non rischiare troppo domani e concentrarsi, piuttosto, su tutto quello che riguarderà la Sprint e il GP di domenica. “Purtroppo – ha detto – ci capita spesso di faticare al venerdì, diciamo che da quando è iniziata la stagione abbiamo avuto un settanta per cento di venerdì difficili e un trenta per cento di venerdì molto buoni”.

Solito approccio analitico per un pilota che riesce a essere tanto calmo e pacato quando è “vestito da civile”, quanto feroce quando, invece, indossa la tuta e il casco. “Negli ultimi due gran premi – ha detto ancora – ho fatto dei gran duelli, uno perso con Marc Marquez e uno vinto con Fermin Aldeguer. Spero di poterne fare altri qui. Ma c’è da lavorare”. “Lavorare” come verbo ripetuto in continuazione, non come modo per lamentare quello che manca, ma come condizione per far sì che le cose cambino davvero. Esattamente come è cambiato questo venerdì in cui le premesse erano sembrate terribili e che s’è rivelato, poi, migliore di altri.
“Abbiamo fatto un gran lavoro – ha raccontato – poi quando abbiamo messo le gomme nuove mi sono trovato abbastanza bene da riuscire a passare in Q2. Le difficoltà comunque rimangono, perchè faccio un po’ fatica con il posteriore della moto: non sento il grip che vorrei e la stabilità che vorrei. Non credo sia questione di asfalto, alla fine qui al Mugello è sempre meglio che in altri circuiti. In pista ci sono anche gli altri e in effetti sono un po’ di gare che gli altri marchi sono lì, non mi sorprende. Le Ducati hanno la velocità di punta più bassa qui al Mugello? Buono a sapersi (ride, ndr). Sì, gli altri ci sono, il fatto stesso che Fabio Quartararo con la Yamaha abbia fatto tre pole di fila fa capire che ci sarà da lavorare sempre e tanto per riuscire a stare davanti”.
Lavorare sempre, lavorare tanto e, quando possibile, anche lavorare insieme. Su quello che si può. Franco Morbidelli prova a farlo anche nel box del Pertamina Enduro VR46 Racing Team, spiegando, però, che la collaborazione con Fabio Di Giannantonio è limitata. O, semmai, unidirezionale. Non per rapporti tesi, muri nel box e cose così, ma semplicemente perché “le nostre moto sono abbastanza diverse”.
Insomma, Morbidelli senza volerlo ha confermato quello che Pecco Bagnaia ormai dice da mesi: la Desmosedici GP24 e la Desmosedici GP25 non sono affatto del tutto simili. “Per quello che posso aiutare nel box sono a disposizione – dice Morbidelli – ma è chiaro che quando dalla mia parte arriva qualcosa, dalla parte di Diggia ce l’hanno già o hanno una versione evoluta. Il clima è sempre comunque molto buono. Questa mattina ho parlato anche con Vale, lui è sempre un grande aiuto, è molto bello quando è con noi nel box. Ci regala una grande carica”.