Capelli biondi, rosa, viola e blu. Occhialini ovali, da nerd, piglio e movenze tutto l'opposto, da rock star del paddock. Zero peli sulla lingua, con un punto di vista sempre asciutto, pungente e, più di ogni altra cosa, mai banale. Jacques Villeneuve il vero punk della Formula 1 - compierà domani 50 anni - e per l'occasione si è raccontato in lunga intervista per il Corriere della Sera. Tra passato e futuro, il campione del mondo ha tracciato i contorni di uno sport che sta cambiando, e di una vita che lo ha portato a indimenticabili "scontri tra lupi" sempre alla luce della sua stella.
Un concetto che per Jacques è sempre stato fondamentale, perché il rischio di finire dentro l'ombra ingombrante di suo padre, il leggendario Gilles Villeneuve, non era solo facile, ma quasi scontato. Come Bruno Senna con lo zio Ayrton, come oggi Mick Schumacher con il padre Michael. "Non è solo questione di essere figli d'arte - spiegò tempo fa Villeneuve - è che in alcuni casi si è figli di leggende".
Jacques però ci è riuscito. Con enorme fatica, sia chiaro, ma ha trovato il suo spazio, la sua voce, il suo ruolo. E lo ha ricordato anche nel corso dell'intervista rilasciata al Corriere: "Gradualmente sono riuscito a togliermi di dosso l’etichetta di «figlio di Gilles». Prima con il successo a Indy, ma soprattutto con quello in F1. Finalmente hanno iniziato a vedere due persone, prima ne vedevano una sola".
"Il problema per me non era essere considerato il figlio di Gilles, ne andavo fiero - ha spiegato Villeneuve - il problema era che si arrabbiavano quando dicevo che non correvo per continuare il sogno di mio padre. Così ho deciso di non parlarne più, perché era diventato impossibile dire la verità".
Jacques non ha mai corso per il sogno del padre, scomparso giovanissimo senza mai essere riuscito a vincere un titolo mondiale: "Papà mi ha fatto conoscere le corse, ma correvo perché lo volevo io non per proseguire ciò che si era interrotto".
Interrotto bruscamente, troppo presto, l'8 maggio 1982: "Ero a casa, purtroppo ricordo tutto benissimo. Era la prima gara a cui mi mia madre non andava, è stato un momento forte".
Un passato che si collega al presente di Mick, oggi appesantito dalle stesse pressioni e aspettative che ruotano intorno al mito del padre, Michael Schumacher. Un campione che con Villeneuve ha condiviso tanto, nonostante i rapporti fossero difficili: "Come a scuola, c’è sempre qualcuno con cui non andrai mai d’accordo. Era uno scontro fra lupi, lui era il lupo più forte. Da battere".
La Formula 1 rimane la grande passione di Jacques che, dopo aver lasciato il ruolo di commentatore per Sky Sport F1 Italia, continua a commentare su Canal Plus, in Francia. La nuova stagione si preannuncia, per il campione del mondo, molto tirata: "La Red Bull ha una gran macchina, ma in Bahrain si è fatta sorprendere. Avevano la vittoria in tasca e sono riusciti a perdere. Anche Verstappen ha una pressione diversa, non può sbagliare".
In casa Ferrari invece Villeneuve avverte il pupillo del Cavallino, Charles Leclerc, che potrebbe farsi sorprendere dal nuovo arrivato Sainz: "Per Charles il vero pericolo è Sainz. Carlos non è mai stato in una squadra così importante: si è costruito nel tempo, arriva con grinta ed esperienza, è abituato a confrontarsi con compagni veloci. È freddo, studia, può dare molto fastidio a Charles".