Ci aveva provato Lorenzo Musetti, per sé stesso e “per la patria”, a battere Novak Djokovic al Roland Garros, regalando così contemporaneamente al compagno di nazionale azzurra Jannik Sinner il numero uno del ranking Apt a prescindere dai risultati del Rosso altoatesino. Sembrava potesse riuscirci, trovandosi in vantaggio per due set a uno durante un assurdo match in notturna. Ma poi Djokovic aveva fatto Djokovic, ribaltando la situazione e vincendo alla distanza, annichilendo il povero Muso più o meno alle tre del mattino. Quindi, nel turno successivo, è stata la volta dell’argentino Francisco Cerundolo: demolito nel primo set (6-1), dal secondo set ha approfittato di un dolore materializzatosi al ginocchio destro dell’asso serbo. Lo sfidante sfavorito si è assicurato il secondo set per 7-5 e il terzo per 6-3. Uno spettacolo cruento, con Nole a soffrire, caracollare, trovare un modo di giocarsela e vincerla comunque come quasi sempre è riuscito a fare.
Nonostante l’handicap fisico, Djokovic è rimasto in ogni caso in partita: quarto set senza break fino al quinto game, con Novak, quasi privo di mobilità (almeno di mobilità senza dolore) a provare a salvarsi con il servizio. E Cerundolo a sperare di strappare quel servizio per poter puntare all’insperato traguardo. E ci è riuscito, più per cedimento ed errori di Djokovic andando sul 3-2. Sembrava fatta. Lo era? Nel sesto game l’argentino ha consolidato il break, ma neanche allora Nole ha mollato. Prima il 3-4, poi il controbreak a gelare l’avversario. Tutto da rifare. Con un gesto di esultanza affaticata visto così tante volte (anche contro Musetti) che non è mai una buona notizia per chi si trova dall’altra parte della rete. Poi il ruggito per il 15 del 5-4, quindi il 5-5 di Cerundolo. Poi (a quel punto, conoscendo il campione, quasi inaspettata), la chance per l’argentino: palla break sul 5-5, ma il passante è finito in rete. Di nuovo la rete per il vantaggio Djokovic. Occasioni irripetibili? Una palla corta di Nole ed era (minimo) tie-break. Quanta voglia di vincere ancora. Quanta grinta. Quanta superiorità. Il risultato? 7-5 dopo parità e vantaggi e quinto set. Per Cerundolo (testa di serie numero 23 nel torneo) il gigante (testa di serie numero 1, ovviamente) ancora da scalare. Sempre più imponente nonostante il ginocchio, le ore di gioco, gli undici anni in più.
Nel set decisivo 1-0 Djokovic. Poi il break, 2-0. Il Benjamin Button del tennis, un “vecchio” che diventa più forte ed energico mentre i giovani avversari si eclissano. Cerundolo ha sprecato la palla break dell’1-2, poi ne ha avuta un’altra e l’ha sfruttata. Nel quarto game la caduta, fisica, di Nole, con tanto di lamentela contro chi non ha voluto “spazzare” il campo. 2-2. 3-2 Djokovic. 3-3. 4-3 con game dominato da Nole. Nell’ottavo game recupero da 0-40 e break: 5-3 con linea di fondo scheggiata e suspence sulla chiamata. E com’è finita? 6-3 al quinto, con altra chiamata del giudice sceso dalla sedia, dopo quattro ore e trentanove minuti. E c’erano dubbi?
Poi però tutto questo ha mostrato il conto. E Nole, mentre Sinner faceva il proprio contro Dimitrov, una ventina di ore dopo la vittoria contro Cerundolo ha annunciato il ritiro dal Roland Garros proprio per le condizioni del ginocchio. E così, a prescindere dall'esito del torneo, ora Jannik è il numero 1 del ranking Atp.