Il personaggio è controverso e anche con suo figlio, Jorge Lorenzo, i rapporti hanno fatto assistere ad alti e bassi. Chicho Lorenzo è così, prendere o lasciare, anche perché non si tiene mai niente in tasca di ciò che pensa ed è sempre piuttosto esplicito nell’esprimersi. Gli va riconosciuto, però, di aver fondato la Lorenzo Competicion, una sorta di scuola per futuri piloti di moto da corsa, che è nata quando l’Academy di Valentino Rossi non era nemmeno nelle idee.
Da quella scuola, a Palma de Maiorca, era passato anche Joan Mir ed ecco perché dopo la vittoria del mondiale da parte del ventitreenne della Suzuki, Chicho Lorenzo non ha aspettato neanche pochi second i prima di togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
“Mi hanno buttato come un cane dall'ambiente di mio figlio quando si è diventato maggiorenne – ha affermato Chicho Lorenzo - dicendo che il merito era loro, che non c’entravo. Ho giurato di dimostrare che avrei potuto addestrare un'intera generazione di piloti maiorchini per raggiungere il campionato del mondo. Quattordici anni dopo l'obiettivo è stato raggiunto. Ho proposto di formare una generazione di maiorchini che arrivasse ai Mondiali, per mostrare a tutti quei mascalzoni che potevo ripetere i successi di mio figlio con altri piloti. Ho creato un piano e mi sono messo a lavorare sodo, mi hanno messo ogni tipo di bastone tra le ruote”.
Parole, quelle di Chicho Lorenzo, che sembrano in qualche modo lasciar intendere un merito nell’obiettivo centrato da Joan Mir, con il giovane maiorchino della Suzuki che, però, ha lasciato passare qualche giorno prima di far arrivare la sua replica. “Ci sono persone che mi hanno formato per più anni di lui – ha spiegato Mir - sono stato alla sua scuola solo per pochissimo tempo anni ed ero un bambino molto piccolo. Non credo sia giusto che si prenda il merito di aver creato un campione del mondo, perché non è così”.
In un’altra occasione, Joan Mir aveva raccontato di aver frequentato, proprio all’inizio, la scuola di Chicho Lorenzo, ma di averla trovata troppo rigida e severa per un bambino che, a quell’età, voleva solo divertirsi praticando uno sport, senza pensare certo a diventare il campione del mondo della MotoGP. Tanto che poco tempo dopo, in accordo con suo papà, avevano deciso di cambiare aria e rivolgersi altrove.