“Ho visto un re” – Cominciava così una canzone di qualche tempo fa. A Misano, però, ne hanno visti addirittura due: Kevin Schwantz e Valentino Rossi. Seduti al tavolino di un bar, con tanto di storia pubblicata su Instagram che riduce tutto a freddi numeri: 34 + 46! Solo che freddi numeri non sono e per chi è cresciuto a pane e motociclette, quel 34 e quel 46, sono stati praticamente tutto. Tutto davvero. Quel tutto che identifica i due piloti che più hanno emozionato nella storia recente delle corse in moto. Uno, il 34, ha vinto un solo mondiale, ma quello che riusciva a fare sopra la moto vale per le emozioni di dieci titoli. L’altro, il 46, a dieci titoli non ci è arrivato, ma c’è mancato poco davvero e ha segnato la rivoluzione della MotoGP.
Il paradosso? Uno era l’idolo dell’altro che, nel tentativo di emularlo, è nel frattempo diventato l’idolo di tutti. Si conoscono, sono amici e, quando possono, si incontrano. L’hanno fatto anche ieri, dalle parti di Misano, con Schwantz che in questi giorni s’è fatto vedere più volte in Riviera, tra ospitate al The Box di Riccione e eventi in compagnia dell’amico di sempre Aldo Drudi.
E, manco a dirlo, il texano non s’è tirato indietro neanche per qualche intervista, prima dell’inizio del fine settimana di Misano. Cogliendo l’occasione per ribadire qualcosa che ogni vecchio pilota pensa da sempre: “Abbandonare le 2tempi è stato un errore”. L’odore di miscela è qualcosa che ti resta nel naso per sempre, quel suono acuto lì è l’unica vera colonna sonora delle corse e il nervosismo di quelle moto – come ha più volte detto anche Valentino Rossi – ha contribuito a rendere indimenticabile lo spettacolo. “Per me saremmo dovuti rimanere con le 2 tempi, erano moto da gladiatori - ha detto a GPOne - Le nostre erano moto violente, ho grande rispetto per tutti i piloti che le hanno guidate. Ma il mondo va avanti e siamo nell’era dei 4 tempi, ma secondo me dovrebbero togliere un po’ di elettronica, anche se sono consapevole che le moto sono sempre più veloci e servono controlli per goderle. Anche i migliori piloti farebbero fatica senza i controlli".
Su chi siano oggi i migliori piloti, Schwantz non ha dubbi. Tra questi c’è sicuramente Marc Marquez, anche se sta attraversando un momento tremendo. Il texano, però, non crede che l’otto volte campione del mondo possa realmente lasciare la Honda prima della scadenza naturale del contratto: “Probabilmente la Honda sta lavorando più che mai, potrebbero essere di nuovo competitivi tra 6 mesi o 2 anni, chi può dirlo? Non so se Marc Marquez vorrà davvero andare via. È difficile, in questo momento ci sono ottimi piloti in Ducati, Aprilia e KTM. Forse Marc potrebbe essere migliore di loro, ma se cambiasse adesso si ritroverebbe con una moto completamente diversa, dovrebbe imparare tutto da zero".