Pensando a Valentino Rossi vengono in mente i colori della Yamaha, il matrimonio tra la casa giapponese e la squadra di Tavullia si farà mai? Marco Caregnato di GPOne l’ha chiesto direttamente a Alessio Salucci, Uccio, in una lunga intervista realizzata a margine del GP di Barcellona in cui lo storico amico (ma come la pensiamo su questa definizione l’abbiamo già scritto qui) ha provato a raccontare la sua nuova vita da team manager e le dinamiche dell’impero VR46.
“E’ chiaro che con Yamaha abbiamo passato tanti anni e che quella per me è casa – ha affermato – Con Ducati dopo il 2012 s’era creato un muro, ma lo abbiamo abbattuto e a Borgo Panigale ho trovato gente straordinaria e con i fatti, non con le parole, i rapporti sono diventati ottimi. Io non nascondo di avere un debole per Yamaha, ma ora con Ducati ci troviamo benissimo e è stata la scelta giusta. Valentino ha fatto dei meeting in Austria con Gigi Dall’Igna, è presissimo dal progetto. Ci hanno accolti veramente bene e devo dire da italiano che è bellissimo lavorare con gli italiani”. Una scelta, quindi, che Uccio difende e a cui i risultati stanno dando ragione, anche vista la profonda crisi in cui Yamaha è piombata. Tanto che anche l’ultimo dei piloti della VR46 Riders Academy che ancora non guidava una Desmosedici, Franco Morbidelli, è destinato a farlo a breve prendendo il posto di Johann Zarco in Pramac. Di mercato, però, Uccio non parla e preferisce parlare, invece, dei rapporti e delle dinamiche proprio dell’Academy.
“Non è facile gestire tutto, perché adesso i pilotini sono cresciuti e si giocano tutti la stessa cosa. Però sono ragazzi intelligenti e sanno che tutto si mette a posto: Valentino in questo è un maestro. Alla fine sono consapevoli che allenarsi così, insieme, e passare insieme molto tempo è il modo per stimolarsi l’uno con l’altro. Mi piacerebbe da matti poter far toccare con mano la realtà dell’Academy agli appassionati. Pecco e Bezzecchi, ad esempio, si punzecchiano dalla mattina alla sera. Poi appena uno si allontana un secondo vedi che l’altro parte a cercarlo. L’Academy sembra una barzelletta: c’è Pecco che è il fighetto torinese, Morbidelli che è il romano ruspante, Bezzecchi che è il romagnolo doc e Luca Marini che è ancora più diverso da tutti”.
Un ambiente che mette la leggerezza davanti a tutto, quindi, anche quando la posta in gioco è altissima e gli interessi in ballo sono tutt’altro che leggeri, con un metodo e un approccio che è diventato naturale anche per il team che porta il nome di Valentino Rossi. “E’ fantastico – ha proseguito Uccio – quello che stiamo facendo e è emblematico che Marco Bezzecchi abbia scelto di restare con noi, per continuare a lavorare con le persone di sempre, magari rinunciando a una moto ufficiale”. Risultati che oggettivamente si vedono, anche al di là delle mere classifiche, ma che alcuni continuano a non voler vedere, con uccio che, però, ha un’idea tutta sua anche sugli odiatori dei social. “Gli haters? CI saranno sempre. Adesso c’è internet, ma prima mi scrivevano anche per posta per insultarmi. Ho smesso di dargli peso quando avevo 24 anni – ha concluso – chi ha quelle posizioni lì non è disposto a cambiare idea, quindi inutile pure starci a provare”.