A Barcellona l’Aprilia ha fatto la Ducati, nel peggior weekend della stagione per Borgo Panigale. Noale ha dominato sin dal venerdì di prove, una supremazia interrotta solamente dal breve interregno di Pecco Bagnaia, che in qualifica aveva strappato la pole position ad Aleix Espargaró, per 104 millesimi. Poi Aleix non si è più fermato, ha mollato gli ormeggi e rullato la manopola del gas, senza curarsi troppo delle gomme, dell’elettronica, delle mappature. “O vinco o cado”, ha pensato Aleix quando ieri – dopo aver affondato la staccata su Pecco Bagnaia nella Sprint Race – si è concesso il lusso di fuggire in solitaria. “O vinco o cado”, ha pensato Aleix oggi, nel momento in cui vedeva Maverick Vinales distante un secondo e sei decimi, poco prima di intraprendere un’operazione di rimonta, culminata con un sorpasso maschio, definitivo e vincente in curva 1. Una manovra talmente energica e determinante che poi, al parco chiuso, ci si aspetterebbe anche qualche frizione tra due compagni di squadra. Loro, carichi di adrenalina, che si sono contesi il successo per tutta la gara. Invece, già nel giro d’onore, Maverick e Aleix si abbracciano, si scambiano le moto, si commuovono insieme davanti ai propri meccanici e alle rispettive famiglie. Perché l’Aprilia, oggi più che mai, è sembrata una grande famiglia. Di quelle belle, unite, che non si disgregano di fronte alle prime difficoltà. Un gruppo che, sotto Massimo Rivola, è sempre rimasto compatto. Che, sportivamente, ha saputo soffrire in silenzio nei primi mesi del 2023, mentre sfortune e prestazioni al di sotto delle aspettative facevano gridare alla “crisi”. La RS-GP 2023 è sbocciata ad Assen. Quel podio di Aleix ha spalancato le porte ad un ottimismo ritrovato, che si è riversato – prima - nel trionfo di Silverstone e – poi – in una storica doppietta targata Noale. Al Montmelò, solo Aprilia sui due gradini del podio più alti della MotoGP. Non era mai successo. Ad un dominio del genere, infatti, non eravamo abituati.
E dire che Massimo Rivola, dopo la Sprint Race, un pensierino alla doppietta l’aveva fatto. Idea malsana subito ricacciata nei pertugi più remoti dell’immaginazione, dove è rimasta incastrata per tutta la durata della gara, mentre l’amministratore delegato di Aprilia Racing veniva inquadrato dalle telecamere con la mandibola serrata e un’espressione nel complesso impenetrabile. I lineamenti di Rivola si sono sciolti solamente al di sotto del podio, quando Massimo – mai una parola fuori posto - ha finalmente sorriso: “Innanzitutto mi dispiace seriamente per quello che è successo ad Enea e Pecco, senza di loro la MotoGP perde molto. Noi però adesso dobbiamo goderci la nostra giornata, che è bellissima”. La gioia scrosciante, così, viene immediatamente trasmessa ai microfoni di Sky da Aleix Espargaró, superstar del Gran Premio della Catalunya: “Mi è venuto spontaneo dare la moto a Maverick, non so perché ma sono fatto così. Ero molto felice per la mia vittoria ma anche per Maverick, mi è venuto in mente di quando lui in Austria due anni fa piangeva (dopo la rottura con Yamaha, ndr) e io gli dicevo che in Aprilia avremmo fatto bene. In quel momento non avevamo ancora vinto niente e oggi abbiamo fatto primo e secondo. Io ho sempre creduto molto nel lavoro di squadra, e oggi abbiamo dimostrato che due piloti che lavorano bene insieme con tutti gli ingegneri fanno più strada. Sono molto orgoglioso del mio carattere, di tutto quello che mi ha dato l’Aprilia e secondo me l’Aprilia deve essere orgogliosa dei due piloti che ha. In un altro circuito avrei fatto secondo al 100%, perché oggi Maverick era più veloce di me; con il vento io non riuscivo a fare percorrenza e anche in frenata lui era più forte di me. Ho fatto un po' di errori, lui mi è andato un po' via e lì mi sono detto ‘o cadi o vinci, puoi anche cadere perché hai vinto a Silverstone già’. Così ho cambiato mappa, ho alleggerito il traction control e mi sono messo in una specie di modalità qualifica da 20 minuti. Ho rischiato tantissimo, ho distrutto la gomma, se la gara fosse durata un giro in più probabilmente non ce l’avrei fatta. Però ha pagato, sono davvero contento, oggi è la giornata più bella della mia vita. A me Laura, Max e Mia mi danno una gran felicità, sono sempre contento e ringrazio tutto quello che ho. Oggi quando ho visto Max e Mia che mi davano il trofeo del vincitore mi è venuto un flash velocissimo guardando nei loro occhi, e ho ripensato a quando ero piccolo e venivo a Barcellona a tifare per Doohan e Crivillè. Dopo 34 anni vincere qui è impressionante, un giorno incredibile. Io davvero mi sorprendo del fatto che a 34 anni continuo a migliorare, a crescere come pilota, perché normalmente un pilota a 34 anni inizia a crollare, ma io su certi aspetti miglioro ancora, ad esempio non mi era mai successo di superare un campione del mondo e andare via in testa come mi è successo ieri nella Sprint. Aprilia ha una moto spettacolare e Maverick un talento enorme, per batterlo serve determinazione”.
Poco dopo è il turno di Maverick Vinales, che alla pari del suo compagno di squadra lascia, dolcemente, pista libera alle emozioni. Il secondo podio stagionale dello spagnolo non verrà messo in discussione da un’ammonizione ufficiale comminata dal collegio dei commissari della MotoGP, che dopo la gara hanno segnalato come la pressione degli pneumatici dell’Aprilia numero 12 fosse inferiore ai parametri stabiliti da Michelin. Alla prossima infrazione, però, Vinales riceverà una penalità di tre secondi sul tempo di gara. Non è questo, tuttavia, il momento di pensarci: “La verità è che sono abbastanza emozionato, perché essere parte di questa storia è molto bello. Sono molto felice perché da quando sono arrivato in Aprilia ho potuto portare tanto, e ora si vede quanto stiamo migliorando. Tre anni fa non ero così motivato, la squadra adesso è incredibile. Oggi dobbiamo veramente godercela, perché le doppiette non si fanno sempre. Non avrei mai immaginato tre anni fa di avere questo scenario qui con questo team che è veramente incredibile. Aprilia è stata una mia scommessa di cuore e pian piano ce la stiamo facendo. Oggi non ho vinto, ma cavolo ci è mancato davvero poco, questo ho visto che avevo un secondo e sei di vantaggio su Aleix ho pensato ‘ce la faccio’, ma poi la gomma davanti è crollata. La vittoria però arriverà, sono sicuro. La cosa più importante è che la moto sta diventando molto consistente e che noi siamo veloci in tutte le piste. Sono anche molto felice che Pecco sembra non abbia niente di grave, perché mi è dispiaciuto tantissimo vederlo lì a terra. Sulla gomma davanti alla fine ero praticamente sul cerchio, era davvero distrutta e ho dovuto rallentare fino a girare in 1’42’’. Dietro ancora la situazione era buona, ma ho perso tutto sul davanti, mentre l’anteriore di Aleix era molto più pulita, ma non può essere una scusante perché abbiamo la stessa moto e di sicuro lo stile di guida ha influenzato. Cos’ho trovato di diverso in Aprilia rispetto alle esperienze in MotoGP con altri team? Una squadra, quest’anno con Manuel Cazeaux (capotecnico di Maverick, ndr) e tutti i ragazzi mi sento come a casa. Questo mi rende molto felice perché capisco l’importanza che ho nel team e loro hanno una fiducia immenso in me. Quello che mi è piaciuto tantissimo è che oggi ho guidato veramente naturale. Quando ero lì a martellare in prima posizione mi sono venuti tanti ricordi e mi è venuta quella confidenza per cui mi sono reso conto di quanto sono forte. È stato bello non vedere nessuno davanti”.