Antonio Giovinazzi è stato uno dei piloti titolari dell'Alfa in F1 dal 2019 al 2021, fino a quando non ha perso il posto quest’anno per via del giovane Zhou, su spinta degli sponsor cinesi. L’italiano correrà il prossimo anno in Formula E con Il team Dragon
Quella appena conclusasi non è stata una stagione semplice per Antonio Giovinazzi che è stato costretto a dire addio alla Formula 1 dopo che l’Alfa Romeo ha deciso di mettere a contratto per la prossima stagione il pilota cinese Zhou Guanyu, forte degli sponsor cinesi. Intervistato dal Corriere della Sera, Antonio ha parlato di passato, presente e futuro facendo una promessa: questo non è un addio, ma un arrivederci.
La prima domanda che viene fatta all’ex Alfa Romeo riguarda come si sia sentito quando si è resto conto che impegno e sacrifici non sarebbero mai bastati contro i soldi: “Era una sfida quasi persa. È il brutto di questo sport, purtroppo è sempre stato così. Spero di potermi ricredere in futuro: se penso da dove partivo e dove sono arrivato...”.
Una passione che nasce in Antonio fin da piccolo, con il padre che gli regalò il primo kart: “Più crescevo e più diventava difficile realizzare il sogno di essere pilota di F1. Io però ci credevo, ma soprattutto ci credeva papà. Ha fatto tantissimi sacrifici per me, all’epoca era rappresentante di un’azienda di trasporti. Girava tante ditte e prima di parlare del suo lavoro parlava di me: “Lo sa che ho un figlio che corre in kart? Se ci fosse uno sponsor...”.
Per quanto riguarda la madre invece: “Casalinga. Non ci è mai mancato nulla, ma non vivevamo nel lusso. E poi era preoccupata – spiega l’italiano - perché a 13 anni viaggiavo quasi da solo, accompagnato soltanto dal meccanico, anche lui pugliese. Treni, pullman, all'estero in camion. Per lei non era facile da accettare. Ma non me lo ha mai fatto pesare. Sopportava, perché quel sogno si avverasse”.
Ma come ha reagito Antonio una volta saputo che non avrebbe continuato in Formula 1?: “Delusione. Mesi difficilissimi. Cerano voci sempre più forti su di me. Io ho sempre cercato di tenerle lontane, ma stavolta non era facile. Perciò sono contento di come ho reagito, esco dalla F1 a testa alta”.
Difficile competere con il suo sostituto Zhou che ha l’appoggio dello Stato cinese: “Fortunato lui. Anche se poi i punti della super Licenza di F1 li ha ottenuti da solo. È vero, ora ci sono piloti che deridono le politiche finanziarie di intere squadre. Ma non sono l'unico ad aver perso un posto per questo”.
Il prossimo anno sarà comunque ricco di impegni dato che il pilota svolgerà un triplo incarico un triplo incarico come terzo pilota per Ferrari, Alfa e Haas, con l’obiettivo di tornare in F1 nel 2023: “Non è un addio ma un arrivederci. Nel frattempo, continuerò a correre in Formula E, e poi sarò al servizio della Ferrari. È un grande impegno, è la squadra che mi ha dato tutto”.
Sul se si sia sentito osteggiato o meno dall'Alfa risponde: “Perché avrebbero dovuto? Non lo so, e non ci voglio pensare: l’obiettivo era portare a casa più punti possibile. In Messico mi sono sfogato, ero dispiaciuto per non aver raccolto quanto meritavamo. Ma ormai non conta più niente”. Quello che conta per Giovinazzi è: “Essere arrivato alla fine senza rimpianti”.
Tra i momenti più belli vissuti in F1 invece: “II debutto nel 2017, a Melbourne. Ero riserva: mi fanno salire in macchina sabato mattina, non conoscevo la pista. E poi il mio primo GP a Monza, nel 2019. E il penultimo del 2021 a Gedda: a punti nonostante fossi già stato scartato. Un bel segnale”.
Infine, quando gli si chiede a chi vorrebbe somigliare tra Verstappen o Hamilton risponde: “Sono simili, molto aggressivi entrambi. Una stagione storica. Ad Abu Dhabi mi è dispiaciuto ritirarmi, ma almeno dai box mi sono goduto fino all’ultimo giro. Meritavano il titolo tutti e due”.