Partivano tutti con un grande sorriso sulla faccia ad Imola, il circuito che ha ospitato la seconda tappa stagionale del WEC. La griglia piena di persone arrivate per sostenere principalmente le Ferrari e Valentino Rossi, ma anche i grandi campioni della griglia come Jenson Button, Nyck De Vries o Mick Schumacher, con il sole a far da contorno. Poi una partenza stratosferica, con qualche contatto e parecchi momenti di tensione ma con una carica pazzesca. Insomma, vedere tre Ferrari davanti a tutti nella gara di casa avrebbe fatto venire la pelle d’oca a chiunque. Poco dopo la metà della gara però è arrivata la pioggia, da qualcuno attesa e da qualcun altro evitata, che alla fine ha scombinato i piani di tutti quanti. Infatti il livello di difficoltà della gara si è elevato e le tre Ferrari hanno perso tutto, buttando quasi una gara che poteva fargli guadagnare davvero tanti punti per il campionato.
Dopo le qualifiche straordinarie del sabato pomeriggio, che hanno visto le tre Ferrari portarsi a casa tutto quello che potevano con Antonio Fuoco in pole position seguito dalla numero 83 di Shwartzman e la 51 di Pier Guidi, la domenica del Cavallino è iniziata quasi meglio. Un affetto incredibile da parte dei tifosi, una partenza pulita che li ha visti rimanere fuori da tutti gli eventuali guai e un passo davvero promettente. Le condizioni c’erano tutte per portare a casa la tripletta. A tre ore dalla fine della corsa però è arrivata la pioggia, che ha portato la strategia in una direzione completamente opposta: infatti è stato deciso di aspettare prima di montare le gomme da bagnato qualche giro in più rispetto ai rivali, aspettandosi forse una prestazione migliore sul bagnato che poi non è effettivamente riuscita ad arrivare, perdendo ben cinque posizioni a testa. Infatti Fuoco, Nielsen e Molina si sono dovuti accontentare di un quarto posto, che non racconta veramente il potenziale di Ferrari a Imola. Che poi, effettivamente il passo sulla pista bagnata c’era: le Ferrari ufficiali di AF Corse giravano qualche decimo più veloce rispetto a Toyota, che poi ha vinto, e alle Porsche salite sul podio. Ma tutti i problemi del circuito di Imola pronosticati a quel punto sono venuti fuori, con doppiaggi difficili e curve troppo strette per poter azzardare qualcosa.
Ne risulta quindi un quarto posto con la 499P numero 50, la più arrembante nella fase finale, mentre Alessandro Pier Guidi è riuscito a portare a casa un settimo posto dopo una lotta che ha visto anche qualche contatto con la vettura di Yifei Ye, Robert Kubica e Robert Shwartzman, ottava ma prima nel trofeo dei team clienti. Chi si porta a casa il trofeo della 6h di Imola è la Toyota, che ha saputo sì approfittare degli errori di Ferrari, ma che ha costruito una gara perfetta con Mike Conway, Kamui Kobayashi e soprattutto Nyck De Vries, il più veloce tra i tre. Dopo una prima gara in Qatar difficile per la casa costruttrice giapponese, a Imola è arrivato il primo successo decisamente meritato ma anche parecchio battagliato. Perché la Porsche di Kevin Estre, Andre Lotterer e Laurens Vanthoor non gli ha dato vita facile, arrivando fino a tre decimi di distanza sul finale della corsa. Il team tedesco però ha dovuto fare i conti con una penalità di cinque secondi per un sorpasso non regolare durante un periodo di Virtual Safety Car, e si è accontentato di un secondo posto, con l’altra macchina del team Penske al seguito sul podio.
In classe GT3 invece ad incantare tutti sono state le due BMW, con Valentino Rossi, Ahmad Al Harthy e Maxime Martin che si sono ben gestiti i tre turni al volante con una buonissima progressione in griglia. L’affetto di casa deve averlo sentito bene Valentino, che aveva promesso il podio e, di fatto, il podio lo ha portato a casa. Sul podio insieme alle due vetture del Team WRT è salita la Porsche di Manthey PureRxcing, quella che aveva vinto in Qatar e che anche sul suolo italiano aveva dimostrato tanto potenziale. Anche in questa classe non è andata bene alle due Ferrari 296 di Vista Jet AF Corse, che si sono dovute fare spazio nel midfield dopo una qualifica non troppo positiva, che vedeva partire le due vetture argentate in ottava e nona posizione. Infatti la numero 55, quella di Alessio Rovera, Simon Mann e François Heriau, è riuscita a risalire fino alla quarta posizione dopo una serie di sventure tra penalità e rischi in pista - ma che ha visto il giovane Simon Mann effettuare un sorpasso su Valentino Rossi notevole durante il suo stint - mentre la numero 54, con Thomas Flohr, Francesco Castellacci e Davide Rigon ha chiuso le sei ore in dodicesima posizione dopo diversi problemi.
Quindi questa 6h di Imola ha lasciato parecchio amaro in bocca. Sicuramente di più a chi sperava nella tripletta Ferrari, che lascia tutto il team di AF Corse davvero amareggiato ma consapevole del grande errore commesso, ma è un Imola che rimane quasi perfetta. Perché all’alba della domenica si pensava di poter raccontare di una grandissima impresa magica avvenuta proprio tra le curve di uno dei circuiti che hanno visto scriversi le più importanti pagine della storia del motorsport. E invece si parla di errori e di rimorsi che però, una volta passata la bandiera a scacchi, diventano degli insegnamenti importantissimi. E sicuramente chi rimane con l’amaro in bocca saprà dove poter rimediare. Una 6h di Imola quasi perfetta ma che alla fine, nonostante tutto, racconta di quanto il WEC possa essere imprevedibile e mai monotono.