Due anni fa Valentino Rossi debuttava per la prima volta al volante di una GT3 sul circuito di Imola e, con immensa curiosità, imparava per la prima volta lo stile delle gare endurance. Oggi è al via del mondiale endurance, reduce da un quarto posto dopo una lotta per il podio al debutto e tutti gli occhi su di sé per il potenziale che in questi due anni ha dimostrato di avere. Inizialmente in tanti avevano parlato di lui, giudicando le sue scelte, chiedendosi se, dopo una carriera longeva come la sua, la decisione di passare alle quattro ruote fosse effettivamente giusta. Lui non ha mai risposto a tutti questi dubbi parlando, ma semplicemente guidando e, piano piano, ha portato a casa tutti i giusti risultati. E oggi, da pilota di BMW nel WEC, si racconta sempre con il solito sorriso in faccia e la voglia di scendere in pista che gli si legge negli occhi. “Io sono contentissimo di correre qui. Il WEC mi piace tantissimo perchè mi da tantissime opportunità per divertirmi e crescere come pilota allo stesso tempo. E poi con queste vetture si va sempre veloci, sempre al massimo, è uno spettacolo” ci ha detto il Dottore, emozionato al suo primo round di casa nel mondiale.
“Imola è una pista molto particolare e senza tanti giri di parole ti dico che è anche molto difficile. Molto stretta, old school, piena di cordoli su cui bisogna saltare in continuazione, quindi è davvero facile sbagliare. E qui se sbagli sei fregato, o finisci in ghiaia o nel muro.” racconta Valentino, “Allo stesso tempo è un layout molto bello e tecnico, e queste piste fatte così a me fanno impazzire. Poi insomma, questi sali scendi, la vicinanza al centro della città, con tutte le case intorno… proprio vecchia scuola! Speriamo che sia anche buona nei miei confronti e di essere veloce!”
“La mia prima gara in GT l’ho corsa qua, e anche quella volta c’erano tantissime persone. Lì ero molto sotto pressione, ma perché io in primis non sapevo cosa dovevo fare e come dovevo farlo per accontentare tutti. Adesso è diverso, e la pressione si è trasformata in gratitudine per questo grande supporto” dice parlando dei suoi tifosi. “Io sono sempre contento di vederli, l’unica cosa difficile è a livello di organizzazione, perché sono sempre tanti e non è facile capire come spostarsi dentro al paddock senza mettere nessuno a disagio. Come ci vado domani da qui al box rapidamente? Diventa quasi una sfida riuscire a gestire i tifosi italiani, ma gli voglio bene proprio perché sono così”. Sono attesi in 70mila per il via della 6h di Imola, e tutti quanti arrivano per lui. Anche il resto dei piloti ne parlano e sono tutti contenti di vedere l’affetto per lui, consapevoli che è un altro passo avanti per il mondo endurance e per il WEC.
Un’altra grande sfida dell’endurance è sicuramente l’interpretazione del BoP: difficile da capire ma essenziale per il campionato, che grazie a questo strumento - un bilanciatore di potenza - permette a tantissimi costruttori di progettare vetture diverse tra loro ma comunque competitive. Anche per Valentino all’inizio non è stato facile: “Quando sono arrivato nel GT il Balance of Performance è stata la cosa più difficile da capire, perché in MotoGP non c’è, anzi, è praticamente il contrario. Credo però che sia davvero importante per questo tipo di campionati perché dà l'opportunità di correre a tanti costruttori diversi” ci ha raccontato. “Quando hanno provato a spiegarmelo per la primissima volta è stato davvero difficile perché non ne capivo molto il senso. Perché? Se c’è qualcuno di più forte meglio così, no? Però poi lì ho capito la sua importanza”. E per quanto riguarda un BoP anche in MotoGP: “Mettere il BOP anche lì? No, non sarei d’accordo perché è proprio una filosofia diversa”.
Ad Imola la sfida sarà davvero complicata, tra una gestione del traffico particolare vista la pista molto stretta, e le condizioni metereologiche ancora incerte, ma Valentino lo ha già detto: si lotta almeno per il podio. “Abbiamo iniziato il campionato con un buon risultato, un quarto posto in Qatar, ma non ci vogliamo assolutamente accontentare: noi vogliamo almeno il podio. Quindi, se ti dovessi dire cosa si devono aspettare i miei tifosi, ti direi di tutto. Proprio perché è questa la natura delle gare endurance, non si sa mai cosa possa succedere, anche proprio per via del BOP. Da qui viene fuori un’altra differenza rispetto alla MotoGP, ma anche alla Formula 1 per dirla tutta: lì è possibile capire prima di salire in macchina un po’ l’andamento del weekend, qui assolutamente no, è davvero sempre una sorpresa. Io però ci voglio provare, quindi ti dico che darò il massimo, almeno per il podio!".