Antonio Fuoco si trova davanti una cartina del tracciato di Imola quando si siede per iniziare il giro di interviste. Gliel’ha messa lì un giornalista per chiedergli le tecnicità più particolari del circuito, casa del mondiale endurance per la prima volta dopo decenni. La prima cosa che dice Antonio però non riguarda le curve, i punti di frenata o il rettilineo; si concentra sul valore che Imola ha per il motorsport, su quello che chiunque appassionato sente una volta che arriva davanti all’entrata: “Imola è magica”. Più che mai raccontata con i dubbi, perché tra prototipi e GT3 parliamo di vetture molto ingombranti e con velocità diverse, che andranno inevitabilmente a sovrapporsi con i tempi e con le traiettorie su una carreggiata molto stretta rispetto a quelle dove il WEC di solito si trova. Con le curve tecniche, come quelle di una volta, che mettono estrema pressione sui freni. Bella ma dannata, tanto amata ma forse, almeno questo weekend, poco desiderata dai piloti che sanno bene quanto impegno dovranno metterci per riuscire a rimanere fuori dai guai.
“Imola è una pista storica ed è sempre bello correrci. Lo è ancora di più se si fa con una Ferrari, che è a casa sua qui.” ci racconta Antonio. “Purtroppo però non sarà per nulla facile adattarsi: oltre alla gestione del traffico e allo stress che metterà ai freni, ci sarà da preoccuparsi della gestione delle gomme. Abbiamo a disposizione mescole medie e dure, quindi difficili da scaldare, e le previsioni ci dicono che farà molto freddo domenica. Il momento che temo di più infatti è quello dell’uscita dei box con le gomme fredde”. La 6h di Imola infatti si porta con sé una delle sfide più difficili dell’intero campionato, perché è un insieme di tante piccole challenge che sì, i piloti già hanno incontrato o impareranno a conoscere ben presto, ma che in nessun’altra gara si ripresenteranno tutti insieme. Perché il freddo tornerà a Spa Francorchamps e nella notte di Le Mans, ma la gestione del traffico sarà diversa rispetto a quella di Imola. E viceversa, a San Paolo sarà complicato trovare i giusti punti per sorpassare, ma farà un caldo tropicale.
Antonio Fuoco però sa di poter contare sulla sua vettura: “La 499P mi permette di spingere subito al limite: è reattiva e veloce anche in questo lato. Poi ad oggi abbiamo accumulato tanta esperienza, ormai è la nona gara con la nostra LMh e la conosciamo abbastanza bene. In più, dal Qatar non siamo più in due equipaggi a rappresentare Ferrari, ma in tre, e il feedback che riusciamo a portare dopo ogni sessione è importantissimo. Raccogliamo molti più dati”. Prima della gara di Imola poi è cambiato anche il Balance of Performance, lo strumento che permette di bilanciare le prestazioni di tutte le vetture in griglia, e ciò ha aumentato le speranze dei tifosi. "Finché non scendiamo in pista non è facile dire come questi cambiamenti ci influenzeranno veramente. Sicuro è che la pista di Imola è totalmente diversa da quella del Qatar, dove abbiamo corso la prima gara dell'anno, quindi non sarà nemmeno facile la primissima interpretazione. Il nostro piccolo vantaggio è che siamo riusciti a fare qualche giornata di test qui, quindi più o meno sappiamo cosa aspettarci”.
Insomma, le difficoltà non mancano proprio al via di questa sei ore tanto attesa, ma nemmeno le speranze di chi sa che deve giocare all in, perché a casa propria e con una marea rossa in attesa. “Questa è sicuramente una gara speciale: quando si corre in Italia c’è sempre un livello extra di emozione. La cosa bella di correre con Ferrari da italiano è che le gare di casa le condividiamo, rendendo il tutto ancora più speciale. So che ci saranno tanti tifosi, so che ci aspettano, e so che noi cercheremo di dare tutto”. Che poi, se ci si ferma a ripercorrere la carriera di Antonio si capisce quanto sia speciale il legame con il Cavallino. Tutti i passi importanti il pilota calabrese li ha fatti con Ferrari al suo fianco, che lo ha cresciuto dentro ad un mondo enorme. Si parla spesso di quanto ogni step nella carriera di un pilota sia essenziale e la storia di Antonio ne è la prova: dall’avere un sogno al realizzarlo per davvero. “In tutti questi anni di corse io ho sempre cercato di concentrarmi su me stesso. Perché ho sempre voluto dare il massimo. Questo mi ha permesso di crescere all’interno di questo piccolo grande mondo e, soprattutto, all’interno di Ferrari, che mi è stata sempre vicina. Per me è un onore arrivare a Imola con lei. E lo è ancora di più poter far parte di questa famiglia”.