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Ma quale Jannik Sinner: ecco perché Arianna Errigo si merita di essere portabandiera alle Olimpiadi di Parigi

  • di Francesca Luna Barone

23 aprile 2024

Ma quale Jannik Sinner: ecco perché Arianna Errigo si merita di essere portabandiera alle Olimpiadi di Parigi
Nel vasto panorama dello sport italiano, poche figure brillano con l'intensità e la grinta di Arianna Errigo, schermitrice di eccezionale talento e determinazione. La sua nomina a portabandiera alle Olimpiadi del 2024 a Parigi è un tributo non solo alla sua grandezza atletica, ma anche al suo spirito indomito e alla sua capacità di superare ogni ostacolo. Ma guardiamola da più vicino

di Francesca Luna Barone

Inattesa e improvvisa la notizia di ieri che finalmente ha reso pubblici i nomi dei portabandiera delle olimpiadi di quest’anno. Infatti sia il campione di salto in alto Gianmarco Tamberi che la schermitrice Arianna Errigo saranno i due protagonisti scelti e che faranno anche da rappresentanti di due categorie sportive diverse che non si vedevano in questo ruolo da un po’. Si consideri infatti che per quanto riguarda la scherma, sono passati più di dieci anni da quando Valentina Vezzali che ha fatto da collega di pedana della Errigo per molto tempo, alzò la bandiera con rispetto nel nome dell’Italia. È stata quindi una sorpresa, per noi e per loro, e anche un onore, che per i Giochi Olimpici di Parigi 2024 si sia deciso di focalizzarsi sullo spirito combattivo e sull’umiltà di una personalità come quella di Ary Errigo, che incarna veramente l’ideale olimpico e che è ben lontana dal fenomeno mediatico costruito dietro a figure come quella di Sinner – e non è colpa sua del resto se lo è diventato. Sia in pedana che fuori, la Errigo rappresenta impegno e passione e mette in chiaro che le imprese di quelle all’ombra dei riflettori vengono notate comunque e non passano mai inosservate. Il percorso di Arianna verso questa prestigiosa nomina è stato segnato da più eventi in cui il coraggio ha fatto davvero la sua parte. A soli quattro mesi dalla nascita dei suoi gemelli, Stefano e Mirea, è tornata in pedana al Mondiale di Milano a neanche cinque mesi dal parto, dimostrando al mondo intero che si può essere madri e atlete d'alto livello contemporaneamente.

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Essere scelta come portabandiera è un onore che Arianna condivide con la scherma, uno sport che ha sempre dato lustro all’Italia. Il 13 giugno, i due protagonisti riceveranno infatti il Tricolore dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale, in un momento che sarà senza dubbio indimenticabile per entrambi. Così il 26 luglio, nel giorno dell'apertura dei Giochi, sfileranno insieme come alfieri dell'Italia Team, portando con sé non solo le speranze e i sogni di un'intera nazione, ma anche un messaggio di grinta che nel suo caso ricorda di non mollare anche quando non si domina. Perché un argento individuale e un oro a squadre a Londra nel 2012, un bronzo a squadre a Tokyo nel 2020 e tutte le vittorie ai Mondiali, con 10 ori, 7 argenti e 5 bronzi tra il 2009 al 2023 occupano solo la parte illuminata del suo Palmares, che ha le sue zone d’ombra che rendono giustizia alla sua nomina allo stesso modo. Il suo cammino è stato segnato da sfide, trionfi e ostacoli, eppure sono proprio i suoi momenti di difficoltà che hanno alimentato la sua determinazione e l’hanno fatta tornare più forte dopo ogni battuta d'arresto. Per esempio alla sua prima Olimpiade nel 2012, tutti attendevano con trepidazione la sua vittoria, ma la sorte non le fu favorevole. Da favorita per l’oro, la sconfitta contro la Di Francisca fu fin da subito un duro colpo. Le aspettative erano altissime e la medaglia d'argento nel fioretto individuale in quel momento non era abbastanza. Tuttavia, Arianna, ha confermato il suo talento e la sua promessa come atleta di alto livello mettendo in campo una risposta esemplare a questa delusione: ammettere la superficialità con la quale aveva affrontato la gara. Questo ha dimostrato una maturità degna di una vera campionessa, la stessa che si è portata dietro negli anni nelle sconfitte successive, ma che le hanno permesso di portare a casa ancora più vittorie.

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Inoltre è la sua versatilità che la rende unica nel suo campo. Non è stata mai contenta di eccellere in una sola disciplina, il fioretto non le bastava e perciò si è distinta anche nella sciabola. Questa capacità eccezionale l'ha posta in una categoria ristretta di atleti capaci di dominare più armi, una caratteristica che la rende una delle figure più rispettate nel mondo della scherma. Mangiarotti, Nadi, Montano sono solo alcuni che insieme a lei hanno ispirato coloro che hanno detto sempre “no” al fermarsi al primo step. Tenacia è la parola d’ordine e per la Errigo, nonostante il diktat della Federazione avesse deciso per lei una sola arma, non è mai esistita una sola volta in cui non abbia provato con tutta se stessa a mettersi in gioco in nuove esperienze.

Dietro il suo successo sportivo si cela una donna di straordinaria umanità, una madre che tiene assieme sport, amore, concentrazione, identità: è infatti sposata con il suo allenatore, Luca Simoncelli e nel mentre in pedana è conosciuta affettuosamente come "TsunAry" per la sua impulsività, la Errigo è anche una persona che ama la tranquillità e dedicarsi alla sua famiglia senza lasciare mai dubbi al di fuori. Non resta che pensare che la scelta di renderla portabandiera d’Italia possa essere d’ispirazione per gli altri atleti al fine di dare il meglio di sé e perseguire i loro sogni con tenacia, pur conservando la propria verità. Arianna Errigo non è solo un'atleta straordinaria, ma un faro per tutti coloro che sognano di realizzare i propri obiettivi, non importa quanto impegnativi possano sembrare. La sua storia è una testimonianza vivente del potere dello sport, che non solo trasforma le vite, ma le asseconda da sempre in una percorso di crescita.

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