È difficile pensare alla FIA senza immaginarla guidata da Jean Todt che, dal 2009, ne è presidente. L'ex team principal della rossa, grande protagonista dell'era d'oro di Maranello con Michael Schumacher, ha però già da tempo annunciato che con lo scadere del suo mandato, alla fine del 2021, non si candiderà nuovamente alla presidenza, complice anche il regolamento interno alla Federazione che non permetterebbe a un presidente di essere eletto per tre volte consecutive.
Tempo di cambiamento per il 75enne Todt che, dopo 12 anni al vertice della Federazione Internazionale dell'Automobile, guarda al futuro senza malinconia. Il presidente francese non ha ancora reso noti i piani per il suo dopo-FIA ma in tanti sospettano che Todt scelga di ritirarsi a vita privata, abbandonando - almeno formalmente - il mondo delle corse.
La Federazione dovrà quindi eleggere un nuovo presidente, ruolo fondamentale per il panorama del motorsport e per le scelte che nei prossimi anni verranno prese nel mondo del mondo dei motori. Tra i tanti nomi chiacchierati in questi ultimi mesi anche quello di Mohammed ben Sulayem che oggi conferma la propria candidatura, commentando entusiasta la nuova sfida: "Voglio restituire molto alla FIA e alla sua straordinaria comunità e spero che la mia esperienza sia nella mobilità che nello sport come vicepresidente, concorrente, ma anche uomo d'affari e appassionato di auto possa aggiungere valore a tutto il movimento".
Il 59enne Sulayem è stato a lungo considerato come la più potente figura del motorsport in Medio Oriente. Ha vinto per 14 volte il Middle East Rally Championship e per 12 il Rally di Giordania, ha poi gareggiato anche a livello internazionale, prima di diventare vicepresidente della FIA per la mobilità e lo sport nel 2008, ed è stato strettamente coinvolto nella creazione del GP di Abu Dhabi.