La pole position di Francesco Bagnaia al Sachsenring è la quarta della stagione per il piemontese nonché la terza consecutiva dopo Le Mans e Mugello. Se è vero che i punti si prendono in gara, è anche vero che dall’inizio dell’anno (fatta esclusione per l’Argentina) Bagnaia ha preso due strade soltanto: il podio o la ghiaia. La posizione di partenza conta poco e la pista meno di zero, Pecco corre per vincere sempre e in tutte le condizioni. Il GP di Germania sembra così l’ennesimo passo verso una storia nuova per Ducati, che qui ci ha vinto una volta sola nel 2008 con Casey Stoner.
Mentre Marc Marquez produce spettacolo, polemiche e interminabili ore di lavoro per i suoi meccanici, Pecco viaggia verso il secondo titolo consecutivo, che poi sarebbe il primo di quest’era moderna in cui il pilota col numero 1 sulla carena riesce a confermarsi. Da vicino quello che si vede è un’altra pole position, un altro risultato utile. Allargando lo sguardo invece, il risultato di Pecco appare più come un altro passo nella sua marcia inesorabile verso il successo. Marquez si sbraccia, si lancia, maledice la moto, finisce nella polvere, ci riprova, alza la voce, scatena la polemica. Pecco è serafico, è come un uomo con la pistola che guarda un maniaco delle arti marziali: basta un colpo dritto in mezzo agli occhi. È questo il suo stile, il suo modo di rispondere al dominatore che c’era prima. Bagnaia dietro al silenzio nasconde una forza micidiale e, se prima ci si chiedeva chi fosse il possibile erede di Marc, il prossimo vincitore seriale della MotoGP, adesso la domanda è cambiata: quanto durerà l’impero rosso di Pecco e Ducati? Con tutte le probabilità degli anni, perché vincere aiuta a vincere in un milione di modi diversi. Lo sanno bene gli altri sette piloti sulla Desmosedici, che vanno quasi veloce come lui ma non abbastanza da poterlo battere. Attorno a Pecco ormai cominciano a sorgere domande piuttosto diverse dal solito: non ha avversari abbastanza veloci? vince perché ha la moto migliore? Ecco, queste sono domande riservate ai più grandi, ai migliori di sempre. E mentre fuori si parla di Marc Marquez, di Fabio Quartararo, di Pedro Acosta e di chissà chi altro, Pecco Bagnaia continua a picchiare a testa bassa. Sordo a tutto il resto, affamato, inarrestabile. Francesco è salito sul trono e non basteranno le cadute a farlo scendere, non basteranno nemmeno questi avversari così impegnati a tenergli testa. Il più pericoloso probabilmente ce l’ha nel garage ancora convalescente, ma a detta di entrambi è una questione con cui si faranno i conti l’anno prossimo. Quando, appunto, Pecco sarà ancora più pronto.