Lo scorso anno, a mondiale fermo e, quindi, in tempi di statistiche, furono in molti a sfottere Johann Zarco, per aver vinto il poco ambito trofeo dei “sempre per terra”. Il pilota francese, oggi al secondo posto nella classifica per il titolo mondiale, era finito a terra in ben quindici occasioni in una stagione con pochi gran premi a causa del Covid. Quello di Zarco, però, è un record destinato a scomparire se i numeri della stagione in corso si confermeranno su questo trend. Perché nonostante si siano corsi solo nove GP, c’è già chi è a due sole lunghezze dalle quindici cadute: Pol Espargarò. In totale, comunque, le cadute registrate nella prima parte della MotoGP 2021 sono state veramente tante: 135. Un’infinità se si considera che nel 2020 sono state 184 in tutta la stagione.
Come già detto, Pol Espargarò, pilota del team Repsol Honda all’esordio sulla scorbutica RC213V, è il pilota che è caduto di più quest’anno. Tredici volte a terra, con lo spagnolo che ha ammesso di dover fare i conti con una moto molto difficile da gestire ed a cui sta facendo fatiche a prendere le misure. Ma non è l’unico, visto che nella classifica delle cadute per marchi la Honda è sul gradino più alto del podio. Oltre alle tredici di Pol Espargarò, infatti, ci sono le dieci di Alex Marquez. Il più piccolo dei fratelli di Cervera su una cosa si sta dimostrando superiore a Marc, che invece è fermo a nove cadute. Chiude la speciale classifica di casa Honda, con solo sei crash, il giapponese Takaaki Nakagami, del Team di Lucio Cecchinello.
Sempre restando tra i marchi, dopo Honda viene Ducati, con i piloti della Rossa che però sono sei (sette con Tito Rabat) rispetto ai quattro schierati dai giapponesi. Per quanto riguarda i rider di Borgo Panigale, il più avvezzo agli incontri ravvicinati con la ghiaia è stato Johann Zarco che, però, deve dividere il gradino più alto del podio con Enea Bastianini. In due sono caduti quattordici volte (una in più di Pol Espargarò), fermandosi a sette ciascuno. Jack Miller e Jorge Martin (che però ne ha fatta una che vale per cinque a Portimao) hanno costretto i meccanici a cambiargli le carene in cinque occasioni ciascuno, mentre Luca Marini è a quattro. Solo due, infine, le cadute di Francesco Bagnaia che, a quanto pare, ha subito preso le giuste misure alla Desmosedici del team factory Ducati. Due cadute, per il computo finale di Ducati che arriva così a 32, infine, anche per Tito Rabat, che ha sostituito Jorge Martin quando era infortunato
Chiude il podio delle moto più a terra di stagione la KTM: 22 crash. Quasi la metà ne ha fatte Iker Lecuona, dieci volte sulla ghiaia, perdendo anche la fiducia di KTM stessa che, a quanto pare, ha già deciso di non rinnovargli il contratto per il prossimo anno, preferendogli Remy Gardner che arriverà dalla Moto2 al Team Tech3 di Hervè Poncharal. Seguono Lecuona, ma con grande distacco, Danilo Petrucci, cinque cadute, Brad Binder, con quattro, e Miguel Oliveira con tre. Appena fuori dal podio l’Aprilia, ma con due soli piloti: dieci cadute per Aleix Espargarò e sei per Lorenzo Savadori.
Per quanto riguarda la Yamaha M1, in totale quattordici volte a terra in queste prime nove gare del 2021, il pilota che ha avuto il maggior numero di incontri ravvicinati con la ghiaia è stato Valentino Rossi, con cinque crash, seguito da Maverick Vinales con quattro. Due a testa, infine, per Fabio Quartararo e Franco Morbidelli e una per Garrett Gerloff, che ha sostituito proprio l’italiano ad Assen. La moto più virtuosa della MotoGP 2021, infine, è la Suzuki GSX-RR, con Joan Mir e Alex Rins (che però sono solo due) che hanno fatto registrare complessivamente dodici cadute: otto per Rins e la metà esatta per il campione del mondo in carica.