La chiusura del caso budget cap, con la multa di sette milioni di euro inflitta alla Red Bull, ha fatto storcere il naso a molti.
L'aggiuntiva riduzione del 10% del tempo di sviluppo per la monoposto del 2023 non è bastata a calmare i detrattori del team campione del mondo che se l'è cavata tutto sommato col minore dei mali.
Il Consigliere del team anglo-austriaco, Helmut Marko, intervistato da Sky Deutschland, ha cercato di giustificare di nuovo quanto successo: "Quando si hanno costi di catering è chiaro che questi non siano stati destinati allo sviluppo della vettura. Ci sono stati anche costi di 1 milione per un dipendente che ha subito un’operazione al cuore e che secondo noi dunque non stava ovviamente lavorando sullo sviluppo della vettura".
Dopo la sentenza, anche il team principal Christian Horner aveva già detto la sua in una conferenza stampa tenutasi a Città del Messico.
"Di quei soldi non abbiamo speso nemmeno un centesimo per migliorare le nostre prestazioni. Riguardavano i costi del catering, e noi pensavamo che fossero esclusi dal conteggio. La FIA, però, la pensava in maniera diversa - ha spiegato Horner -. Il documento che come Red Bull abbiamo presentato mostrava che le nostre spese erano inferiori di 3,7 milioni rispetto ai limiti, e questa penalità è colossale sia dal punto di vista economico che da quello sportivo".
"La cosa mi lascia stupefatto, ma buon per gli altri team. Noi abbiamo imparato una lezione, ma ribadiamo che non abbiamo tratto nessun guadagno in pista. Ora dovremo fare i conti con questa tegola sullo sviluppo, ci potrebbe costare qualcosa come mezzo secondo in prestazioni. Ma non basterà agli altri per raggiungerci", aveva concluso.