Non è la monoposto competitiva in lotta per il mondiale dell'ormai lontano 2018, e non è nemmeno la SF1000 del 2020, vettura quasi impossibile da domare e più che dimenticabile nei risultati.
La SF21, monoposto con cui Carlos Sainz e Charles Leclerc stanno affrontando questa stagione di Formula 1, è una macchina strana, che promette ma poi non mantiene, che sorprende quando le speranze sono poche e che invece delude, quando meno i tifosi se lo aspettano. Pensare infatti di chiudere una gara come Le Castellet fuori dalla zona punti non sarebbe stata una sorpresa per la SF1000 ma vedere la SF21 lasciare a bocca asciutta i piloti dopo due pole position collezionate, di seguito, da Charles Leclerc a Monaco e Baku è, quanto meno, un colpo al cuore per i fans.
Le piste sono diverse, certo, e ci si aspettava una gara difficile in Francia, ma gli stessi esponenti della scuderia di Maranello sono apparsi visibilmente sconvolti dal passo gara della Ferrari, in quello che sembrava un terribile passo indietro verso il 2020.
Qual è il problema, quindi, di questa monoposto? Mattia Binotto e Charles Leclerc sono stati chiari fin da subito: qualsiasi sia la problematica, sarà difficile risolverla in tempi stretti. Soprattutto considerando che le forze lavoro della squadra di Maranello sono ad oggi quasi esclusivamente concentrate sul progetto 2022.
Ma il quesito rimane e a questo "domandone" ha provato a rispondere la Gazzetta dello Sport con un articolo dedicato ai sali scendi di questo anno anomalo: "Le pole di Leclerc a Montecarlo e a Baku hanno illuso. Un conto è andare forte sul giro singolo, mantenendo le gomme nella finestra di temperatura ideale per un tempo ridotto, un altro riuscirci per l’intera gara. Già in Azerbaigian c’erano state avvisaglie di sofferenza sulla distanza per la Ferrari. E il problema è esploso al Paul Ricard, dove un po’ tutti (Red Bull e Mercedes comprese) han- no sofferto la formazione di “riccioli” sulle gomme anteriori per l’eccessivo scivolamento, ma la rossa più degli altri".
La problematica di surriscaldamento delle gomme, che la Rossa sembra "mangiare" in modo anomalo rispetto alle altre monoposto, sembrava risolta a Maranello ma il Gran Premio di Francia ha dato prova del contrario, mettendo in allarme Mattia Binotto che non lascia illusioni, spiegando questo non è un problema facilmente risolvibile sull'auto attuale a causa delle restrizioni regolamentari: "Un allarme lanciato anche da Leclerc e da Sainz, delusissimi dopo il 16° e l’11° posto. Il guaio potrebbe ripresentarsi su circuiti come Silverstone. Però è un difetto che affligge storicamente la Ferrari e che va assolutamente eliminato nella macchina 2022, su cui si lavora già a tempo pieno in fabbrica per definire gli ultimi dettagli del progetto".
Quest'anno quindi sarà fondamentale stringere i denti e sperare in buoni risultati nelle piste più indicate (come la prossima Austria, dove si correrà domenica) mentre si cercherà di arginare il problema nei circuiti più difficili.
Ma l'anno prossimo? Luigi Perna sempre sulla Gazzetta dello Sport spiega: "Nel 2021 ci saranno nuove regole e gomme da 18 pollici, ma evidentemente certi concetti tecnici valgono sempre. A Maranello hanno migliorato motore, aerodinamica e sospensioni, ma la SF21 è pur sempre figlia della fallimentare SF1000 del 2020, come impone il regolamento, e non si potevano fare miracoli. Così toccherà stringere i denti per tutto il 2021. In attesa (forse) del riscatto".
Sperando che gli insegnamenti di queste stagioni siano davvero la base per costruire un nuovo ciclo che, con i regolamenti del 2022, mischierà le carte in tavola per tutti.