Sempre loro, ancora loro, quelli di cui si parlerà ogni giorno fino alla fine di novembre e probabilmente anche oltre: Marc Marquez e Pecco Bagnaia. Solo che questa volta la pista non c’entra niente, la feroce rivalità da box che tutti vorrebbero e a cui loro non si prestano (ancora) c’entra ancora meno e c’entrano, invece, due momenti diversi in sala stampa che raccontano due ragazzi che sono diversi nella sostanza prima ancora che nel modo di essere piloti. Non è, sia inteso, un giudizio sulle persone, ma uno spunto per raccontare che a volte le differenze che si cercano su abbassatori, set up, modi di frenare e cose così sta, più realisticamente, nella natura che si ha. Qualcuno, in passato, diceva che “siamo animali sociali” e è vero, ma le differenziazioni stanno nel bilanciamento tra “animali” e “sociali”: qualcuno è più animale e qualcuno è più sociale. Nessuno è migliore e meno che mai peggiore. Anche se poi diventa importante l’allineamento con l’ambiente in cui ci si trova.

S’è visto, appunto, anche ieri. Quando Pecco Bagnaia, ai microfoni di DAZN e dopo una Sprint in cui ha preso paga per la terza volta consecutiva da Marc e Alex Marquez, ha alzato il dito medio col sorriso stampato in faccia e s’è lasciato sfuggire un “fanc*lo” prima di analizzare la sua gara, quello che è andato e su cosa, invece, c’è da migliorare per tenere il passo dei due ragazzi terribili di Cervera in questo 2025. Pecco Bagnaia – nonostante un Davide Tardozzi che gli chiede di “essere meno signore” dall’anno scorso e che parlerà sempre al vento in questo senso – ha quella natura lì: più sociale. Al massimo alza un dito badando bene di sorridere e si lascia scappare una parolaccia. S’è visto anche lo scorso anno, quando è rimasto sul suo – errori compresi – tenendosi comunque sempre lontano da un modo di essere competitivi che punta a primeggiare in maniera più feroce. Anche mettendo da parte, talvolta, l’eleganza e esprimendosi su posizioni che possono prestarsi a finire interpretate come vere e proprie cadute di stile.
Il riferimento è all’uscita di ieri di Marc Marquez sulla proposta di Massimo Rivola di far provare in un test la moto a Jorge Martin prima del suo rientro dall’infortunio. Una proposta che sarà valutata nelle prossime settimane e che potrebbe essere accolta con la prescrizione di far usare sì una MotoGP a Martin, ma non una aggiornata al 2025. Ma anche una proposta verso cui Marc Marquez, pur con questa ulteriore prescrizione, s’è detto contrario. Come? Andando a rivangare il passato, “quando sono tornato io dal mio infortunio non ho potuto farlo”, e il regolamento, “si può valutare per il futuro, ma attualmente non è permesso”. Un commento, ci sia consentito, quasi da vecchio zio acido, il suo. E che arriva in un momento in cui è protagonista di un dominio assoluto e in cui, oggettivamente, sembra non dover aver paura di nessuno, compreso uno Jorge Martin che è sì un campione del mondo, ma ha fatto i conti con tutte le sfighe possibili e comincerà a essere della partita quando gli altri, Marc Marquez compreso, avranno già messo migliaia di km sotto le ruote. Tutte considerazioni che Marc Marquez avrebbe potuto fare, visto il momento e l’incredibile superiorità, magari anche solo per l’opportunità di “passare da signore”, ma che non ha fatto. Non perché è peggiore, cattivo, antisportivo, incapace di umanità o cose così che direbbe ogni suo detrattore, ma semplicemente perché ha quella natura lì: più animale.
Chiedersi, considerare o giudicare se uno è migliore e l’altro peggiore è esercizio stupido e improduttivo: Pecco Bagnaia e Marc Marquez sono diversi e basta nella sostanza delle loro nature. Invece di concentrarsi su quanto, come e di chi, Gigi Dall’Igna bacia più o meno intensamente la motocicletta, invece di ipotizzare complotti, tradimenti o irriconoscenza, la domanda da farsi, anche per spiegarsi quello che si sta vedendo in pista e nei box, piuttosto, è un’altra: ma Ducati oggi è più animale o più sociale? Nel caso della proposta di Massimo Rivola sull’opportunità da dare a Jorge Martin (e a altri dopo di lui, visto che si tratterebbe comunque di cambiare il regolamento) la posizione sembra chiara. “Penso che una volta guarito – ha detto Davide Tardozzi ai canali ufficiali della MotoGP – Jorge Martin sarà uno dei nostri rivali. A mio avviso non avrà bisogno di un test con una MotoGP. Noi abbiamo avuto lo stesso problema l’anno scorso con Enea Bastianini, ma nessuno ci ha dato l'opportunità di farlo provare. In ogni caso quella di far provare i piloti prima del rientro da un infortunio potrebbe essere una buona idea per il futuro, non ora, ma magari già dall’anno prossimo”. Ognuno tiri le conclusioni che ritiene.