Nel giorno del suo 41esimo compleanno Susie Wolff si trova a dover rispondere alle accuse di chi, a fronte di un'indagine appena ufficilizzata dalla FIA, la vuole già colpevole, responsabile. attaccabile. È un compleanno difficile, contorno di giornate complesse in cui l'ex pilota è chiamata a tenere la schiena dritta e rispondere con forza, e durezza, agli attacchi dei media internazionali.
Il contesto è chiaro: dopo alcune indiscrezioni pubblicate dal magazine Business F1, che parlavano di un potenziale conflitto di interessi tra Susie e il marito Toto Wolff, la FIA ha ufficializzato l'indagine in corso “su una persona della FOM” e “un team principal". Nonostante la Federazione non abbia fatto i nomi dei due protagonisti è stato chiaro fin da subito che, attraverso questa breve nota, l'intenzione della FIA fosse quella di confermare gli accertamenti in corso sul potenziale scambio di informazioni tra Toto, team principal di un team di Formula 1, e Susie, dallo scorso marzo managing director della F1 Academy, fondata proprio dalla FOM.
L'apertura di un'inchiesta per valutare questo potenziale conflitto di interessi, soprattutto dopo la richiesta di indagine arrivata da parte di altri team di F1, non porterebbe con sé alcuna problematica: essendo i due coniugi in due posizioni rilevanti nel mondo del motorsport è diritto degli avversari (o della FIA stessa) richiedere alla Federazione un controllo su eventuali e ipotizzabili scambi d'informazione.
Ciò che invece è stato completamente sbagliato, in questo caso come in molti altri in passato, è il metodo con cui si è parlato di questa indagine. L'inchiesta è stata anticipata da un giornale che ha divulgato informazioni prima dell'ufficialità della FIA che, a quel punto, si è sentita costretta a confermare l'inchiesta in corso ma lo ha fatto lasciando adito a molte critiche che, puntualmente, sono arrivate: non citando i nomi degli indagati ma facendoli intendere, non avvisando FOM e Mercedes dell'indagine prima della divulgazione del comunicato e soprattutto lasciando che questo passa parola di sospetti, accuse velate e malizie portasse a un ingrandimento smisurato della questione, dipingendo gli Wolff come colpevoli. Compiere un'indagine, in questo contesto come in tutti gli altri, non significa presupporre la colpevolezza degli indagati, tema che Susie solleva nella risposta all'ufficializzazione della FIA data nella serata di ieri.
È una risposta di orgoglio e forza, di consapevolezza e di dolore. Una risposta perfetta per una donna che in questo ambito ha sempre cercato di dire la sua, di farsi strada in un contesto prevalentemente maschile, e che oggi come non mai lavora per aiutare le donne a emergere: "Sono profondamente offesa, ma purtroppo non sorpresa, dalle accuse pubbliche che sono state fatte questa sera. È scoraggiante che la mia integrità venga messa in discussione in questo modo, soprattutto quando sembra essere radicata in un comportamento intimidatorio e misogino e focalizzata sul mio stato civile piuttosto che sulle mie capacità. Nel corso della mia carriera nel Motorsport, ho incontrato e superato numerosi ostacoli e mi rifiuto di permettere che queste accuse infondate possano offuscare la mia dedizione e passione per la F1 Academy. Come donna in questo sport ho affrontato numerose sfide, ma il mio impegno nell'abbattere le barriere e aprire la strada al successo delle generazioni future rimane incrollabile. Nei termini più forti possibili, respingo queste accuse".
Una risposta dura, che unisce delusione e consapevolezza, che rigetta le accuse ma anche allo stesso tempo le rimette sul piatto, parlando di intimidazione e misoginia. Una risposta che trova il consenso, tra like sui social e condivisioni, di molti addetti ai lavori tra giornalisti e piloti (su tutti Lewis Hamilton e Charles Leclerc). Solo il tempo, e delle indagine accurate, daranno una risposta alle richieste di chi ha parlato di "conflitto di interessi" tra Toto Wolff e Susie Wolff, ma questo tempo - il tempo delle accuse e dei titoli, del fango e delle indiscrezioni - ci restituisce l'immagine di una donna che non abbassa la testa. Che conosce il proprio valore e il percorso che l'ha portata dov'è. E che ancora una volta ci mostra la strada.