Da pilota ha vinto cinque titoli mondiali e adesso che si diverte pure a fare il commentatore per la TV le sue analisi sono sempre precise, argomentate, dirette e chiare come se facesse l’opinionista da una vita. Jorge Lorenzo non sarà stato un mostro di simpatia quando correva nel motomondiale, ma non si può dire che non riesca a eccellere in tutto quello che fa, mantenendo sempre quel taglio personale tra ostentata sicumera, ricerca della perfezione e nessuna paura di esprimere giudizi. Lo ha fatto anche domenica dopo il GP d’Australia a Phillip Island, commentando la gara e toccando subito l’argomento Marc Marquez.
“Non so come stia davvero la sua spalla – ha detto Lorenzo – a giudicare dalla gara che ha fatto direi che sta bene ma è vero che qui ci sono tante curve a sinistra e che quindi ha dovuto sollecitarlo di meno. Il problema di Marc, in ogni caso, non è il suo braccio, ma la Honda, perché la RC213V non è più la migliore già dal 2016. Marc è consapevole di avere una moto inferiore alle altre, ma è anche consapevole che se qualcuno può vincere con questa Honda quel qualcuno è lui. La Honda ha smesso di essere all'altezza da molto tempo. Solo un fenomeno come Marc ha saputo fare la sua parte per vincere i campionati del mondo, soprattutto nel 2019, quando la Honda era una moto ipercomplicata , ma ha ottenuto più vittorie che mai”.
Riaverlo nella migliore forma il prossimo anno significherà, quindi, anche capire il reale livello delle nuove leve, con Marc Marquez che, di fatto, interpreta ormai il ruolo di ultimo della vecchia generazione, insieme ad Aleix Espargaro. Proprio a proposito dello spagnolo di Aprilia, Jorge Lorenzo è stato piuttosto categorico: “Credo che la partita sia tra Pecco Bagnaia e Fabio Quartararo e ora arriva la Malesya, un circuito in cui Yamaha rischia di soffrire a causa dei problemi di trazione”. Quanto agli altri spagnoli, infine, Jorge Lorenzo ha speso parole anche per Jorge Martin e Alex Rins. “All'inizio Martín ha stabilito un ritmo che non è riuscito a mantenere fino alla fine, avendo problemi con le gomme ed è andato indietro. E poi Rins e Márquez, molto esuberanti, hanno superato Bagnaia all'ultimo giro, impedendogli di guidare ancora più nettamente il Mondiale. Rins meritava questa vittoria per tutto quello che è successo con la Suzuki, hanno sofferto molto, lui e Joan Mir, ma non hanno gettato la spugna. Anche Suzuki non ha gettato la spugna definitivamente, Rins è stato veramente bravo in Australia, ha fatto linee strettissime. Alex e Marc sono due guerrieri, i due piloti della MotoGP che sanno improvvisare di più e che hanno una mente leggermente più aperta quando si tratta di combattere".