L’aveva detto: più che al mondiale penso a una vacanza. Ma adesso che sta in vacanza, Marc Marquez pensa al mondiale: non a vincerlo, visto che i punti di distacco da Fabio Quartararo cominciano ad essere veramente tanti, ma almeno a raddrizzarlo. Perché è vero che la sua spalla non è al meglio e che il braccio lo costringe a fare i conti con dolori improvvisi, ma è altrettanto vero che il grande problema, adesso, è la Honda Rc213V. Una moto che sembra lontana anni luce da quella degli anni passati e che in più di una occasione ha tradito anche lo stesso Marc Marquez, a causa di una elettronica che sembra fare un bel po’ di capricci. Ne è consapevole Alberto Puig che, in una recente intervista, ha dichiarato: “Marc sta guidando con un braccio e mezzo, dobbiamo essere noi ad aiutarlo e metterlo nelle migliori condizioni e non lui a guidare sopra i problemi”. Anche perché quel braccio non può ancora affrontare sforzi troppo vigorosi, conMarc Marquez che ha anche raccontato un giallo che ha preceduto il GP d’Olanda. “In settimana – ha riferito l’otto volte campione del mondo – ho avuto una brutta infiammazione e ho pensato di non correre. Ho persino avvisato Alberto Puig che non ce l’avrei fatta, poi, per fortuna, il dolore è sparito il giorno dopo e in quel fine settimana ho potuto essere regolarmente in pista”.
Gli esperti dicono che può succedere, che la spalla di Marquez ha subito tre interventi chirurgici in pochi mesi e che per diverse settimane ha dovuto combattere una brutta infezione. Serve pazienza, quindi, e non c’è niente di cui allarmarsi. Anche episodi come quello raccontato dal pilota fanno parte del percorso di guarigione e Marc Marquez su quel percorso ci si è incamminato da parecchio tempo. Chi sembra non voler guarire, invece, è la sua moto: troppo scorbutica, troppo imprevedibile con l’elettronica e alle prese con problemi difficili da individuare. Figuriamoci da risolvere.
“In termini generali non è andata così bene se si guarda ai risultati – ha detto Alberto Puig facendo un bilancio delle prime nove gare - Prima di tutto ci aspettavamo che Marc iniziasse la stagione regolarmente, cosa che non ha potuto fare, e poi abbiamo avuto Pol che faticava un po' a capire la nostra moto, e ha ancora problemi, così come Alex e Nakagami. Non sarebbe realistico dire che la stagione sta andando bene. La Honda deve migliorare, questa moto deve migliorare, dobbiamo farlo e non abbiamo altre opzioni. Stiamo capendo quali sono i veri problemi della moto e anche i piloti stanno gradualmente raggiungendo il loro potenziale, soprattutto Marc, che ha vinto al Sachsenring. Stiamo cercando di capire e questo è positivo”. Una ammissione in piena regola, quella di Alberto Puig, che sembra in qualche modo confermare quanto già detto nei giorni scorsi a ServusTV da Stefan Bradl, collaudatore di HRC. Il tedesco, senza troppi giri di parole, ha definito la situazione in casa Honda come “un momento di grande confusione”.
“Marc Marquez – ha aggiunto il tedesco - deve ritrovare la strada. Si rende anche conto che attualmente non è in grado di aggirare i problemi tecnici della Honda come potrebbe aver fatto in passato. Anche gli avversari non hanno dormito in sua assenza, sono tutti migliorati. Questo vale sia per i produttori che per i piloti. Al momento le cose in Honda stanno andando un po’ in tilt, quindi dobbiamo cercare un’altra direzione. Me ne accorgo anch’io”. Una situazione di stallo che, secondo Pol Espargarò, che si sta accorgendo sulla sua pelle di quanto sia difficile prendere le misure alla RC213V di quest’anno, c’è una colpevole su tutte: l’elettronica: “Quando l'elettronica non ti permette di aprire prima o solo nel punto perfetto, quando la trazione è data alla perfezione dall'elettronica, quando hai davanti una Ducati con 20000 ali che ti impediscono di prendere la scia e generano tanto di turbolenze incredibili e non puoi restare indietro o sorpassare, tutto diventa incredibilmente difficile. Le fabbriche hanno bisogno di questo livello di tecnologia per evolversi e portarlo in strada, a questo serve la MotoGP. A volte puoi guidare in maniera incredibile e finisci sesto e ti chiedi come può essere. Il binomio pilota-fabbrica entra in gioco qui. Conta tutto, moto e pilota, e tutto lo staff che ci circonda".