George Russell ha dovuto lavorare più di tutti gli altri, per arrivare dov'è. Più di tutti i piloti che, con il suo stesso talento e le sue stesse capacità, ben prima di lui si sono visti aprire le porte dei rispettivi top team. Ragazzi cresciuti con George, e che - proprio come lui - si sono fatti le ossa nelle academy dei migliori team che fin da giovanissimi li avevano scelti, seguiti, indirizzati verso il loro sogno. Così mentre Max Verstappen diventava il primo pilota Red Bull, Lando Norris conquistava la sua posizione da pilota dominante in McLaren, e Charles Leclerc si prendeva il cuore degli italiani in Ferrari, George Russell li guardava dalle retrovie di una Williams che sembrava ormai essergli stata cucita addosso.
Ci ha messo di più, per arrivare in Mercedes. Più di quanto il suo impegno, e il suo talento, si sarebbero meritati. Ha lavorato per superare lo scoglio di Toto Wolff, incerto all'idea di avere un giovane rampante al fianco di Lewis Hamilton, nonostante quel ragazzo d'oro fuori misura per la Formula 1 lo avesse scelto, e cresciuto, proprio lui. E ha dovuto convincere anche lo stesso Lewis Hamilton, che dopo gli anni complessi con Nico Rosberg aveva trovato nel "gregario" Valtteri Bottas la tranquillità di cui ha sempre avuto bisogno per poter dare il meglio di sé.
Ma ce l'ha fatta. Una stagione perfetta come quella del 2021 in Williams, dove ha saputo sfruttare ogni possibilità messa sul piatto dalla sua monoposto, ha permesso a chi ne aveva il potere di far fare al cuore un salto oltre all'ostacolo e di accoglierlo, con quegli occhi azzurri e lo sguardo gentile, nella scuderia più desiderata della Formula 1, dominatrice assoluta dell'ultimo decennio nella massima serie.
E così, proprio quando il suo sogno più grande si è realizzato. Le cose in Mercedes hanno iniziato a girare diversamente. Doveva succedere prima o poi, ed è successo con il cambio di regolamento nel 2023: la monoposto di casa Wolff è nata sotto una cattiva stella e tutta la stagione per la squadra è stata dura, tra alti e bassi con una seconda parte dell'anno decisamente più favorevole rispetto alla prima, quando - in Brasile - Russell è addirittura riuscito a conquistare una vittoria - la sua prima in carriera - e chiudere un cerchio di lacrime e incredulità iniziato in Bahrain nel 2020.
Quando si parla della "sfortuna" di questo giovane inglese, arrivato in Mercedes proprio alla fine di un ciclo di vittorie, non si dice però tutta la verità. Perché nella stagione peggiore, George Russell ha forse trovato il momento migliore per dimostrare a tutti chi era. In un normale campionato con Lewis Hamilton al vertice la squadra sarebbe stata costretta ad affidare anche a Russell, come a Bottas e Rosberg prima di lui, il difficile compito del "secondo", senza guardare troppo in faccia le aspirazioni del nuovo arrivato, che seppur dal talento fuori dal comune nel suo primo anno è stato anche pubblicamente chiamato ad un ruolo di studente, prima che di insegnante.
Un anno alle spalle di Hamilton quindi avrebbe senz'altro spento un po' del fuoco di Russell, e anche di quello che in queste ultime stagioni si è formato intorno alla sua figura, ridimensionandolo a una posizione minore. La libertà di un mondiale chiuso ancora prima di essere iniziato ha invece scatenato l'inglesino d'oro, ben abituato in Williams a dover lottare per qualsiasi punto, speranza o miracolo che fosse. E così facendo ha vinto là dove Hamilton, nel 2022, non è riuscito a fare. Ha chiuso la classifica davanti a lui, ha impressionato e stupito chi lo aveva additato come l'ennesimo sopravvalutato.
Ora però, per George, inizia la sfida più complicata. Dopo aver lottato più duramente degli altri per arrivare in Mercedes, aver tenuto testa al compagno di squadra più difficile, il pilota più vincente della storia della Formula 1, aver addirittura concluso la prima stagione in un top team davanti a Hamilton, per Russell le sfide non sono finite. Perché, se davvero come si dice la Mercedes tornerà ad essere competitiva nel 2023, l'inglesino d'oro dovrà dimostrare di valere un ruolo da prima guida - o almeno da guida alla pari - per potersi permettere il lusso di lottare davvero per ciò che conta. Quando le cose si faranno complesse, e importanti, Mr Toto Wolff dovrà prendere una decisione e chiedersi se valga più l'ascesa di una nuova stella o la realizzazione finale di quella che ha reso grande la Mercedes in Formula 1 e che, vincendo l'ottavo titolo, entrerebbe di diritto in una storia ancora non scritta di questo sport.
Sarà uno spettacolo incredibile da vedere, qualsiasi sia il finale a cui ci porterà. E sarà l'inizio di una nuova storia per un ragazzo che sa come lottare, perché lo ha sempre fatto più a lungo, e più duramente, di quanto il suo talento avrebbe meritato.