A raccontare l'odio dei tifosi online fu per primo, qualche anno fa, il pilota tedesco Timo Glock, considerato da tutti i tifosi di Formula 1 il vero e unico motivo che portò alla vittoria del primo titolo di Lewis Hamilton, nel 2008, e alla conseguente sconfitta del ferrarista Felipe Massa, battuto a Interlagos all'ultimo giro dell'ultima gara del campionato.
Una storia che assomiglia a quella del pilota Williams Nicholas Latifi che, finito a muro ad Abu Dhabi a cinque giri dalla fine del Gran Premio, ha causato involontariamente l'entrata in pista della safety car, che si è rivelata poi decisiva per la vittoria del mondiale - proprio all'ultimo giro dell'ultima gara - dell'olandese Max Verstappen.
Un incidente che Latifi non ha potuto evitare e che, ovviamente, non si sarebbe mai aspettato potesse decidere le sorti di tutta la stagione. Proprio per questo motivo il pilota è stato duramente attaccato dai tifosi Mercedes nel corso delle ultime settimane, con presunti fans arrivati anche a minacciare di morte il canadese, che dopo giorni di silenzio ha deciso di raccontare la sua difficile esperienza, chiedendo ai tifosi rispetto e comprensione.
Sul suo sito e sulle pagine social, Latifi ha scritto: "Ciao a tutti. Sono stato volutamente lontano dai social per lasciare che gli animi si raffreddassero dopo gli eventi dell'ultima gara. Si è parlato molto della situazione che si è creata dopo il mio ritiro ad Abu Dhabi. Ho ricevuto migliaia di messaggi sui miei account social, sia pubblicamente che tramite DM (messaggi privati. nda). La maggior parte è stata di supporto, ma ci sono stati anche molti messaggi d’odio. Sto cercando di capire quale sia il modo migliore per gestire la cosa. Ignorare tutto e andare avanti, oppure affrontare il problema della triste realtà dell’utilizza dei social media? Questa non è una dichiarazione programmata, ma il mio pensiero nella speranza che questo possa provocare un'altra conversazione sul bullismo online e le drastiche conseguenze che può avere sulle persone. Usare i social come canale per attaccare qualcuno con messaggi d'odio e minacce di violenza è scioccante. Tornando al fine settimana di gara, non appena la bandiera a scacchi è sventolata, sapevo come le cose sarebbero potute andare sui social. Aver pensato che sarebbe stato meglio cancellare Instagram e Twitter dal mio telefono per qualche giorno la dice lunga su quanto crudele possa essere il mondo online".