L'autocritica e la sincerità del team principal Mattia Binotto sono state spesso messe sotto accusa, a partire da quando, nel pieno della crisi di un 2020 da dimenticare per il team italiano in Formula 1, Binotto era solito ripetere quanto ancora la squadra di Maranello dovesse "capire" sul cattivo andamento della monoposto, prima di poter agire ed effettuare modifiche concrete.
Un atteggiamento positivo che non lascia spazio a dubbi o interpretazione che però, troppo spesso, viene travisato e tradotto in una mancanza di sicurezza da parte della Rossa, che in questi ultimi anni sembra essere stata più preda degli eventi che dominatrice in Formula 1, dentro e fuori dalla pista.
A questo atteggiamento si aggiungono le prime dichiarazioni di Binotto sul 2022 che, dopo mesi di grande entusiasmo in cui si era detto convinto di poter riportare la Ferrari nella lotta per il mondiale, ora ridimensiona le aspettative in un'intervista rilasciata a Motorsport.com che, in queste ore, sta facendo discutere online.
"Secondo me la nostra squadra sta lavorando bene, ma sappiamo che gli altri sono fortissimi: se sono riusciti a portare delle vetture stellari in pista vuol dire che sono molto competitivi - ha spiegato il team principal, mettendo in chiaro quanto poco ancora si sappia sul lavoro per il 2022 fatto dalle altre squadre - Da parte nostra ci stiamo mettendo il massimo impegno: abbiamo dato priorità al 2022 perché sappiamo che c’è qualcosa da recuperare. Non mi sento onestamente ancora alla loro altezza, però la speranza è di contare sulla continua crescita e su una squadra che vedo unita e che sta lavorando bene per avvicinarci ancora e tornare a competere".
Un drastico cambio di rotta da quando lo stesso Binotto già parlava di Charles Leclerc pronto per lottare per il titolo nel 2022. Qualcosa, a Maranello, non sta andando come dovrebbe? O forse semplicemente il team principal ha deciso di abbassare un po' le aspettative in questo inverno di grande lavoro, per arrivare all'inizio della prossima stagione con i fatti, più che con le parole.