Nel sabato di Jerez è successo quello che puntualmente anima la MotoGP: in quattro giorni di sole battente 35 gradi, è venuto a piovere per dieci minuti d’orologio tra Q1 e Q2, scatenando l’agitazione generale e una roulette di quindici minuti. Poco prima, durante il terzo turno di libere, ormai l’unico in cui i piloti possono lavorare sul passo gara, Aleix Espargarò evita d’un paio di metri un gatto sul rettilineo per poi stendersi nel giro successivo. Roba da aggiungere a quella lista capitanata da Gino Borsoi che schiaccia un cobra in Malesia ed Andrea Iannone che abbatte un gabbiano a Phillip Island, niente di meno.
Nel frattempo Enea Bastianini è costretto a parcheggiare la moto e togliere la tuta, il dolore è semplicemente troppo e gli viene addirittura consigliata una nuova risonanza magnetica. Le qualifiche, ad ogni modo, cominciano con l’ingresso in Q2 di Bagnaia e Binder: Pecco era convinto di passare con una gomma soltanto, invece un errore all’ultimo settore nel giro buono lo costringe a usarne una seconda. Poco male però, la pista bagnata in Q2 impone ai piloti di stare dentro e girare, sfruttando i miglioramenti dell’asfalto ad ogni passaggio. Fa così anche Alex Marquez, che dopo essere entrato in pista con una coppia di gomme da bagnato - per gli ultimi due minuti sotto la pioggia - rientra ai box per prendere la moto da asciutto. È il più veloce in pista e abbassa il suo tempo ad ogni giro di quasi un secondo per volta, così ad ogni passaggio il suo nome rimbalza in cima alla lista dei dodici uomini più veloci al mondo su questi quattro chilometri di asfalto.
Vederlo girare così dal box del Team Gresini è qualcosa di irripetibile: Julià Marquez gli parla, lo guida. Non è mai imperioso, ma quando il figlio passa per l’uscita della 13, la curva che immette sul rettilineo del traguardo, gli dice cose come “Vai, raddrizza subito!”. Vederlo chiudere 12° è un brutto momento, ma nessuno ai box è davvero triste: Alex ha la velocità e l’ha dimostrato, a mancargli è stata solo la fortuna. Nel frattempo a festeggiare c’è un Aleix Espargarò fuori di sé dalla gioia, lo stesso che un’ora prima aveva riportato la moto a spinta dentro il box. Da segnalare, tra le altre cose, una prima fila in cui si trovano assieme Jack Miller e Jorge Martín, davanti a Brad Binder e Pecco Bagnaia (5° a tre decimi da Aleix) e uno splendido Dani Pedrosa che se non avesse commesso un piccolo errore probabilmente sarebbe partito in prima fila. Buia, di contro, la situazione di Honda e Yamaha: Takaaki Nakagami è il primo pilota HRC (11°), mentre Franco Morbidelli e Fabio Quartararo partono rispettivamente 14° e 16°. La gara sprint ci restituirà qualche risposta: KTM ha il passo per vincere? Bagnaia è nelle condizioni di poter recuperare? Più di ogni altra cosa però, c’è Aleix Espargarò. Trentatré anni, una vittoria in carriera, ambizioni enormi. Se dovesse riuscire a prendersi la gara di oggi probabilmente ci ritroveremo a considerarlo tra i migliori, un uomo da titolo mondiale. In questa MotoGP senza Marc Marquez ed Enea Bastainini ce n'è un disperato bisogno.