Non se le sono mandate a dire Carlo Vanzini e Mattia Binotto nel post-gara del Gran Premio di Barcellona, con il team principal visibilmente irritato dal commento del giornalista di Sky Sport F1 che - al grido di "date una macchina a questo ragazzo" - ha esaltato la prestazione di Leclerc in pista, denigrando invece i passi avanti della Ferrari dimostrati a Montmeló.
Vanzini ha poi dato la sua versione della vicenda, spiegando al team principal che nel corso della telecronaca i commentatori di Sky hanno più volte esaltato la rossa e che quello sul monegasco è ormai un tormentone che non fa riferimento alle prestazioni del team. Binotto non è apparso particolarmente convinto, ma ha concluso la vicenda con un più politicamente corretto "il merito è di Charles ma anche della squadra".
Un siparietto che fa discutere e che, in qualche misura, dimostra anche quanto la Ferrari sia tornata finalmente orgogliosa, del suo nome e delle sue prestazioni, dopo un 2020 fatto di timide scuse e spiegazioni accampate.
Guardarli discutere su chi abbia il merito di questo quarto posto, però, fa un po' sorridere. Già si sapeva, prima del via di questa stagione, che la Ferrari non avrebbe potuto lottare per la vittoria del mondiale, considerando il congelamento delle monoposto ancora molto simili a quelle del 2020, quindi una lotta per il terzo posto nel mondiale costruttori appare agli uomini di Maranello già una concreta vittoria.
Ma il posto della rossa, come ribadito anche recentemente da Flavio Briatore, non è quello ai piedi del podio. Non bisognerebbe considerare un miracolo il quarto posto, e non dovremmo discutere i meriti - e le colpe - di questa posizione.
Eppure, questa è la situazione. Questo è quello per cui la Ferrari oggi può lottare, e per cui litigare del post-gara.
Litigare di gioia, sia chiaro, dopo una domenica positiva per il team di Maranello.
Ma pur sempre litigare di gioia per un quarto posto.