La MotoGP arriva a metà stagione con un Fabio Quartararo in gran forma: ha vinto dove nessuno lo avrebbe dato per favorito - come in Qatar - ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto (per i problemi al braccio e alla tuta) e viaggia con 34 punti di vantaggio sul secondo, Johann Zarco. Ad inseguirlo ci sono tre Ducati, a dimostrazione del fatto che a Borgo Panigale abbiano fatto bene a rinnovare la squadra. Abbiamo parlato di questo e altro con Livio Suppo, ex Team Manager Ducati e Honda. Ecco cosa ci ha raccontato.
Siamo al giro di boa della MotoGP 2021. Ti aspettavi un campionato così?
“Ci sono conferme e sorprese sia in negativo che in positivo. Mi ha stupito la crescita di Quartararo dopo i numerosi alti e bassi dello scorso anno. Più che la Yamaha è migliorato lui, anche perché se ci fossero solo Maverick Vinales e Valentino Rossi ad Iwata avrebbero dei problemi seri. Fabio è in testa al campionato nonostante i problemi avuti - il braccio e la tuta - quindi lo vedo davvero in forma. La sorpresa negativa invece è stata la KTM, almeno ad inizio stagione. Poi sono tornati fortissimo e vedo Oliveira davvero bene. Ho sempre pensato che Binder fosse un talento straordinario - e continuo a pensarlo - però Miguel si è dimostrato ancora più veloce, quindi davvero a un ottimo livello. Danilo Petrucci invece sta facendo molta fatica, probabilmente ha patito più degli altri piloti e nonostante il nuovo telaio ora non sembra in grado di poter fare quel salto che ci si aspettava da lui".
E Ducati?
"Penso che questo cambio generazionale in Ducati sia stato davvero positivo. Sono secondi, terzi e quarti nel mondiale, hanno in Zarco un pilota un po’ alla Dovizioso, che riesce sempre a raccogliere il massimo. Poi c’è Jack, che alterna un po’ le prestazioni, e Pecco che ha dimostrato una velocità notevole. A lui forse manca qualcosina per essere più costante”.
Forse gli manca la vittoria, almeno in MotoGP.
“Mah, io non credo che una vittoria sblocchi del tutto un pilota. Può succedere, ma non è questa la regola. Pensiamo a Jack, nonostante le vittorie continua ad avere risultati altalenanti. Sicuramente una vittoria dà fiducia, ma è quando se ne vincono quattro o cinque di fila che si entra in quel cerchio magico in cui tutto riesce bene. Alla Marquez, o Valentino ai tempi d’oro”.
Pensi che Fabio Quartararo possa solo perderlo il mondiale?
“Ad oggi è sicuramente il più completo e costante. La MotoGP attuale è difficilissima, basta un nulla per trovarsi fuori dalla Q2 con tutto quello che ne consegue. Quindi anche a livello di stress psicologico deve essere pazzesco, altrimenti non mi spiego come mai buona parte dei piloti siano così altalenanti. Più che e gomme e tutto il resto penso che sia il livellamento delle prestazioni a rendere difficile la costanza di rendimento. E ad ora è solo Fabio ad aver trovato questa cosa”.
Premesso che sia lui il primissimo candidato al mondiale, chi vedi come principale avversario?
“Diciamo che oggi è quello con più chances. E non voglio tirargliela, però in questo sport possono succedere molte cose. A ogni modo adesso arrivano due piste favorevoli per la Ducati e se tra loro e Quartararo si inserisse anche qualche KTM si potrebbe riaprire il campionato. Sarebbe bello per gli appassionati, perché se Fabio dovesse vincere anche in quest’altra pista così favorevole alla Ducati sarebbe una batosta per tutti gli altri. Mi aspetto però anche un ritorno di Marc, che ad Assen mi ha fatto ancora più impressione rispetto al Sachsenring”.
In Olanda, al netto del settimo posto finale, ha messo sul tavolo tutta la sua enciclopedia: cadute, imprese e rimonte.
“Esatto, anche perché Assen non è mai stata una pista amica per la Honda. Lo sforzo fisico per i cambi di direzione poi è molto importante, e lui ha fatto quella rimonta pazzesca. Io penso che il rientro sia stato più difficile del previsto - anche di quanto potesse immaginare lui - ma con una determinazione spaventosa ha cambiato le cose. E se non sarà esattamente quello di prima nella seconda parte della stagione ci andrà veramente molto vicino”.
L’uomo da battere?
“Forse no, ma su alcuni circuiti potrebbe davvero mettere Quartararo in difficoltà. Poi bisognerà vedere se Fabio sarà disposto a pensare al campionato o se vorrà spingere fino in fondo. Cosa che, magari, potrebbe portarlo all’errore. Sarà divertente e non credo che le chances di Ducati siano del tutto svanite”.
Come vedi Joan Mir? È stato più fortunato nel 2020 o sfortunato quest’anno?
“Suzuki ha sicuramente due piloti molto veloci che hanno un po’ nascosto i limiti della moto, almeno secondo me. Rins ha fatto più fatica ad accettarlo, quindi ha fatto molti zeri. Andando forte, per carità, ma cadendo troppo. Mir porta a casa il massimo, ma non credo abbia il pacchetto per poter vincere le gare. La Ducati è cresciuta e il cambio di strategia li ha aiutati, c’è anche un’altra atmosfera che fa bene a tutti. E credo che abbiano fatto bene ad agire così. Il talento dei piloti Suzuki non si discute, ma la mia impressione è che abbiano lavorato meno dei rivali sullo sviluppo”.
Maverick Vinales ha lasciato Yamaha e pare che al suo posto ci sarà Franco Morbidelli. Cosa faresti al posto di Lin Jarvis?
“Bisognerebbe sapere meglio cos’è successo e da quanto potevano immaginare questa situazione, che tipo di contratto ha Morbidelli con Petronas, quanto si arrabbia Razali se glielo porti via (ride)… Non è facile. È vero che Petronas ha sempre lavorato per far crescere i giovani piloti e il Morbido non è più un giovane pilota, si meriterebbe davvero una promozione al team ufficiale. Il problema di Petronas è che sono partiti subito con due piloti molto forti, Quartararo è stato una scommessa vincente e Morbidelli altrettanto. Difficilmente un team satellite vince come lo hanno fatto loro in questi anni”.
È vero. E l’anno prossimo dovranno ripartire quasi da zero.
“Si, perché i piloti giovani hanno già deciso dove saranno, altri sono già legati alle case… È sempre più difficile”.
Che consiglio spassionato daresti a Valentino?
“Mah, io non sono stato un pilota e faccio fatica a consigliare un pilota. Specialmente se è uno come Vale, che ha un’esperienza eccezionale. Io ho vissuto la MotoGP negli anni in cui lui dominava, vincendo 12 Gran Premi su 13 gare. Guardarlo fare così fatica mi dispiace, perché vederlo cadere mentre è diciassettesimo non è bello. E normale che l’età avanzi, quello che è meno normale è che l’anno scorso aveva tutt’altri risultati. Sembra che quest’anno ci sia stato un crollo verticale delle prestazioni. Dubito che sia solo un anno in più sulla carta d’identità ad aver innescato questo tracollo. Magari è stato l’incidente del Red Bull Ring, piuttosto che una squadra che non funziona alla perfezione - non dimentichiamoci che nel passaggio in Petronas ha dovuto rinunciare ad alcuni componenti della squadra - ed è vero che ad oggi i meccanici fanno un lavoro diverso, ma fa comunque parte del team. È brutto vederlo soffrire così. Se deve fare un altro anno in queste condizioni forse è meglio evitare. Ma questo mi sembra anche il suo pensiero, lui ha sempre detto chiaramente che avrebbe deciso in funzione delle prestazioni, non si sta certo nascondendo”.
C’è chi dice che con una Ducati le cose potrebbero cambiare.
“Adesso però è difficile dire che la Yamaha non è competitiva. Anche il papà di Vinales, che ha dichiarato che la M1 è fatta per Quartararo, forse si è dimenticato che Maverick ha vinto in Qatar e che ad Assen è arrivato secondo ma con una bella partenza avrebbe potuto giocarsela… La Yamaha mi sembra una moto competitiva e non solo con un pilota come la Honda con Marquez, vanno forte in due e Franco nonostante la moto qualche bella gara l’ha fatta. Tra l’altro la Ducati ha caratteristiche opposte e Jorge Lorenzo ha impiegato un anno a capirla. Ed è vero che la Desmosedici di oggi è tutt’altra cosa rispetto a quella che ha guidato Valentino, ma lui fece comunque una gran fatica”.
È anche vero che Valentino ha passato quasi 10 anni di seguito su di una Yamaha. Tornare alla Ducati, magari per un anno, potrebbe essere molto difficile per lui.
“Si, poi il calendario passa per tutti. Valentino ha avuto una carriera straordinaria, meravigliosa e lunghissima, poi se i risultati non arrivano secondo me non ha senso insistere. Ma è il mio parere”.