La felicità non ha prezzo. Si dice sempre, ma poi tutti hanno dovuto rendersi conto che il denaro conta e conta tanto, se non per la felicità, almeno per una migliore serenità. A meno che quello guadagnato non sia già abbastanza da mettere in cassaforte il futuro. È così, forse, anche per Maverick Vinales, che ha deciso di rinunciare ad un ingaggio di otto milioni di Euro a stagione pur di salire in sella ad una moto che risponda alle sue caratteristiche di guida e in una squadra che creda in lui prima che in altri. Lo ha detto chiaramente anche suo padre, recentemente intervistato da AS: “I soldi li ha già, in Yamaha non era più felice e ha deciso di chiudere prima del termine l’avventura con Iwata. Ma rinunciare a otto milioni di Euro non è da tutti”.
In effetti è stata una scelta coraggiosa e anche significativa. Perché risponde, in qualche modo, a quanti sostenevano che Maverick Vinales non avesse più voglia di correre, non fosse più motivato e si trovasse a fare i conti con pensieri ormai diversi dalla vittoria in pista. Invece ci crede ancora talmente tanto da alzare i tacchi e andarsene, sbattendo la porta in Yamaha e lasciando sul tavolo una cifra esorbitante che, di fatto, aveva già in tasca. Riproponendosi al mercato con una richiesta che è di ben 5,5 milioni di euro inferiore a quella guadagnata fino qui. Sarà anche un capriccioso, ma chapeau!
Quello dell’ingaggio non è l’unico punto fissato dal pilota spagnolo che al suo nuovo manager avrebbe dato, piuttosto, una priorità che ritiene più importante del denaro: una moto ufficiale. L’ormai ex pilota del Monster Energy Team, infatti, non sarebbe disposto a prendere in considerazione proposte che dovessero arrivare da squadre satellite, anche se con tutte le garanzie di poter contare su una moto uguale a quella dei piloti factory. Ecco perché l’ipotesi di vederlo nel Team VR46 Aramco è morta un istante dopo essere nata. Ma Vinales è un vecchio pallino di Gigi Dall’Igna, che lo aveva praticamente preso nel 2019, e sono in tanti, nell’ambiente, a sostenere che quelli di Borgo Panigale ci proveranno comunque a fargli un'offerta.
L’unica prospettiva all’orizzonte, però, sembra essere quella di spostare Pecco Bagnaia o Jack Miller nella neonata squadra di Valentino Rossi. Solo che da Tavullia avrebbero fatto sapere di non essere interessati a Miller, non per sfiducia verso il pilota, ma per la volontà di partire nell’avventura con soli rider italiani. Bagnaia è già nell’orbita VR46, ma oggettivamente sembra molto poco credibile che in Ducati possano realmente essere disposti a rinunciare a una giovane promessa che attualmente è terza nel mondiale per fare spazio a una eterna scommessa pur di accontentare Vinales nella sua richiesta di voler lavorare solo con team factory.
L’altra suggestiva ipotesi riguarda Suzuki, ma anche qui le porte sembrano piuttosto chiuse. Se è vero, infatti, che Vinales ha lasciato il cuore nel team Ecstar e che ci tornerebbe a piedi scalzi, è altrettanto vero che la politica di Suzuki è nota da sempre e non appare derogabile: puntare solo su giovani promesse, magari da allevare in casa e a costo di non vincere subito. Nella squadra di Hamamatsu sia Joan Mir che Alex Rins hanno palesato qualche mal di pancia, ma da qui ad ipotizzare un addio anticipato rispetto ai termini naturali dei contratti ce ne corre. Troppi condizionali, quindi, per ipotizzare un sentiero già tracciato e da percorrere. Anche perché il tempo stringe, visto che è in questo mese che si definirà tutta la nuova lineup della MotoGP, con Vinales che, tra l’altro, ha fatto sapere di non disdegnare nemmeno l’idea di un anno sabbatico, restando alla finestra e aspettando il termine dei contratti di molti piloti che, alla fine del 2022, dovranno rivedere il loro futuro.
L’impressione è che alla fine l’unica strada realmente percorribile per Maverick Vinales sia quella di Aprilia, con il pilota e il suo manager che stanno semplicemente prendendo tempo in attesa di definire i dettagli di un accordo che, però, all’inizio di questa settimana sembrava già scritto. Non è escluso nemmeno che anche Aprilia possa essersi riservata di ragionarci sopra un po’ di più, visto che la cifra richiesta da Vinales è comunque molto alta per la squadra italiana. Ma alla fine, almeno ascoltando le voci interne al paddock, il matrimonio si farà. Anche se l’annuncio non è così imminente come si era creduto.