Raramente le dinamiche in ambito manageriale del motorsport riescono a suscitare un tale interesse. Ma il passaggio di Davide Brivio in Formula 1 con Alpine, fortemente voluto dal Presidente Renault Luca de Meo, è stato semplicemente clamoroso. Tanto per come si è trovato l’accordo -in completa segretezza ed in una manciata di giorni- quanto per il fatto che il trasloco dalle due alle quattro ruote è cosa rara anche per uomo come Davide. Trovare un sostituto all’altezza sarà difficile per i dirigenti di Hamamatsu, anche considerando che il 2021 dovrà essere l’anno delle conferme e che i tempi, a tre mesi dall’inizio del motomondiale, sono sempre più ristretti.
Se dovessimo trovare un degno sostituto all’uomo che ha portato Valentino Rossi alla Yamaha e Joan Mir alla Suzuki sarebbe impossibile non pensare a Livio Suppo, il quale a sua volta ha portato Casey Stoner alla Ducati e Marc Marquez alla Honda. Secondo Carlo Pernat, che abbiamo intervistato in merito, la cosa non si farà: in Giappone, spiega Carletto, si tenterà di agire nel segno della continuità, almeno per il 2021. Ad ogni modo, abbiamo voluto chiederlo al diretto interessato. Queste le parole di Livio Suppo per Men On Wheels.
Il passaggio di Davide Brivio in Formula 1 è qualcosa di completamente inaspettato. Come hai reagito alla notizia?
“Sono molto contento per Davide. Sicuramente se ha accettato l’offerta è perché ha visto un’opportunità di crescita personale. La Formula 1 per tutti gli appassionati di motori è sempre il massimo. Poi per altro questa è una squadra che esiste già ma che, con l’arrivo di de Meo, andrà a cambiare un po’ le cose. Verrà cambiato il nome ed immagino quindi che abbiano anche in mente degli sviluppi interessanti per il marchio Alpine, non solo con la A110 ma anche con altre auto per sviluppare l’alto di gamma. Quindi sicuramente è un progetto a cui Renault tiene molto e sono davvero contento per Davide che entra dopo aver fatto molto bene in MotoGP”.
Siete stati anche un po’ rivali negli anni.
“Certo, ma sempre con rispetto”.
Sei mai stato tentato di fare il passaggio alle quattro ruote?
“Sai, in questi casi più che essere tentati bisogna che se ne presenti l’opportunità. Se si presentasse un’opportunità sarebbe giusto valutare e considerare tutte le situazioni. A me personalmente non è mai successo che un team di Formula 1 mi chiedesse di collaborare”.
Beh, per ora.
“Si, ma alla fine non so se ci andrei. Considera che la Formula 1 ha un calendario davvero allucinante, significherebbe essere fuori casa (almeno credo) qualcosa come 250 giorni all’anno, se non addirittura di più.”
Secondo Carlo Pernat è improbabile che tu venga chiamato in Suzuki al posto di Brivio. Però, magari nel 2022, potresti essere tu l’uomo giusto per guidare la squadra.
“Sai, oggi sono stati in tanti ad avermi mandato un messaggino. Ad oggi non ho sentito nessuno, ma se dovessero chiamarmi resto con la mia filosofia, ovvero di ascoltare sempre e ragionare sui dettagli. Ad oggi però non sono in cerca di qualcosa del genere, sono anche molto contento della mia attuale situazione”.
Thok, il brand di E-bikes che hai fondato, sta crescendo molto in fretta.
“Si, avevo deciso io di fare questa cosa e sta andando anche molto bene, quindi ad oggi mi ritengo molto fortunato. In un periodo in cui la stragrande maggioranza delle attività soffre per via del covid, per qualche strano motivo noi abbiamo il problema opposto: ci servono delle bici da poter vendere!”
D’altronde quando il prodotto è buono, è difficile che non venga premiato.
“Io sono veramente contento. Considera che abbiamo cominciato a consegnare le prime bici nel 2017 e siamo davvero agli inizi”.
Quando lasciasti le corse per dire che ti saresti occupato di biciclette fu per tutti impressionante.
“Vero, ma oggi siamo già una piccola azienda che funziona, abbiamo anche questo accordo con Ducati. A fine dicembre sono arrivate le prime biciclette in America e vedere sui social i vari dealer Ducati che facevano vedere le Thok è stata una bella emozione. È stata una cosa nata dal niente e adesso sta funzionando così, quindi sono felicissimo. Poi per carità, come dicevo prima se mi chiamassero dalla Formula 1, dalla MotoGP, dai rally o da qualunque altra cosa io ascolterei sempre, penso sia giusto così. Però al momento sono molto felice di quello che faccio”.