La notizia del passaggio di Davide Brivio in Formula 1 e del vuoto che resterà, quindi, nel Team Suzuki Ecstar in MotoGP è stata spiazzante per tutti. La domanda del giorno, inevitabilmente, è “che cosa faranno adesso nel team che ha vinto il mondiale con Joan Mir?”. Se lo chiedono tutti e l’abbiamo ovviamente fatto anche noi, provando a girare il quesito a Carlo Pernat, che di solito non è avaro di parole quando gli si chiede un parere su ciò che succede nel paddock. L’abbiamo pure provocato, provando a capire se lui e l’ambiente avessero avuto avvisaglie della scelta di Brivio. Ma è stato categorico: “No, nell’ambiente non si sapeva proprio nulla fino a qualche tempo fa. Questa volta non credo ci sia stata la solita strategia del silenzio; quella che ha portato Davide Brivio in Formula1, almeno a mio avviso, è stata davvero una trattativa nata e conclusa in una manciata di giorni. Tra noi addetti ai lavori è passata una voce come se ne sentono tante e, poche ore dopo, quella voce era già una notizia confermata”.
Uno shock per tutti, quindi?
Sì, ma non nell’accezione negativa. E’ stata sicuramente una sorpresa, ma per quanto mi riguarda posso solo dire che Davide ha fatto più che bene a sfruttare una opportunità di questo genere. Nel mondo delle corse si vive di sfide e Brivio è uno che ne ha raccolte molte e vinte altrettante. La sua è stata una carriera di successi, fino a portare Valentino in Yamaha, vincendo subito tanto, e, in ultimo, fino a portare Joan Mir e Suzuki sul tetto del mondo. Quest’anno l’obiettivo sarebbe stato riconfermarsi, ma è chiaro che nella proposta di Alpine ci ha visto una sfida ancora più grande. Posso solo congratularmi con lui e augurargli il meglio.
Uno shock positivo anche per Suzuki o lì la notizia è stata presa in maniera sicuramente diversa?
E’ chiaro che in Suzuki è stato quasi un fulmine a cielo sereno, ma non si sono lasciati male, almeno che io sappia. Quindi da un lato saranno rimasti certamente spiazzati, ma dall’altra saranno stati felici per Davide. I rapporti umani contano e Davide Brivio è un gran lavoratore, ma è anche uno che sa farsi volere bene, quindi non penso che in Suzuki possano averla presa male. E’ chiaro che probabilmente non erano preparati e è altrettanto chiaro che adesso dovranno trovare una soluzione in brevissimo tempo, visto che tra poco più di un mese sarà di nuovo ora di scendere in pista con i primi test in Malesia.
Se Carlo Pernat fosse a capo della Suzuki cosa farebbe?
Ah, non lo so davvero, così su due piedi è normale restare spiazzati. Darei un attimo una riorganizzata alle idee e poi penso che cercherei la soluzione più veloce possibile: ossia quella di valutare se all’interno della struttura che Brivio aveva creato potesse esserci qualcuno in grado di rimpiazzarlo, mantenendone il metodo di lavoro e i programmi. Almeno per il 2021. Quel team è nato dalle mani di Davide Brivio che, quindi, non è stato solo un manager, rischiare di andare a scommettere su un esterno potrebbe risultare troppo pericoloso. Ma, ripeto, questo è un mio pensiero e non è detto che sia quello giusto. Mi hai chiesto cosa farei io e ti rispondo semplicemente che punterei su qualcuno che in questi anni ha lavorato a stretto contatto con Davide. Ma non è facile e non ho un nome da fare. Poi, nel 2022 cambieranno molti scenari e a quel punto, forse, Suzuki potrebbe mettersi direttamente in mano a una struttura esterna, come è già capitato in passato nella storia dello stesso marchio e anche con successo. Adesso, però, bisogna tamponare in fretta la perdita, anche perché c’è un mondiale da difendere.
Qualcuno, stamattina, nell’immancabile gioco degli scenari ha parlato del clamoroso ritorno di Livio Suppo nel mondiale, con Suzuki che potrebbe rivolgersi proprio a lui per sostituire Davide Brivio…
Francamente è una ipotesi a cui non credo. Non per Livio, che è un grandissimo e che non deve certo dimostrare di avere i numeri per un ruolo del genere, ma per una questione di tempi. Il mondiale inizierà in Qatar alla fine di marzo e prima ancora ci saranno i test, faccio fatica a vedere la possibilità di costruire una nuova squadra, con un nuovo capo e diversi metodi di lavoro, in uno spazio di tempo così limitato. Al momento, lo ripeto, vedo più possibile una soluzione interna, nel segno della massima continuità, piuttosto che un cambio di menagement. Quella di Livio Suppo potrebbe essere una ipotesi, ma con maggiore programmazione. Però mai dire mai.
Altri nomi?
Davvero non saprei. Quella tra Suzuki e la struttura di Davide Brivio era una realtà quasi unica e non mi viene in mente un nome che possa replicare quel tipo di scenario. Ecco perchè penso che, non potendo clonare Davide, bisognerà puntare su qualcuno che gli somigliil più possibile e che, magari, conosce già quell'ambiente.