Marc Marquez non sarà a Portimaõ. L’annuncio è arrivato martedì, l’infortunio era del sabato precedente e la gara sarà domenica. Per questo in molti, tra cui Marco Melandri, hanno pensato che dietro all’assenza dell’8 volte iridato potrebbe esserci dell’altro. Ne abbiamo parlato con Livio Suppo, l’uomo che ha portato Marc Marquez in HRC, approfittandone per scambiare due parole sulla stagione che ha eletto Fabio Quartararo campione del mondo. Dalle sorprese alle (tante) delusioni, l’ex team manager di Ducati Corse e Honda HRC racconta il suo punto di vista sulla MotoGP alla quale, nonostante sia impegnato alla guida del brand di Thok E-Bikes, è ancora molto legato. Ecco cosa ci ha raccontato.
Marc Marquez non sarà a Portimaõ, ma la caduta è di sabato e l’annuncio di martedì. Che sia un problema più grave di quanto sembri?
“Fatta esclusione per quello che è stato detto da Marc e dalla Honda non so nulla di questo infortunio. Se è davvero un lieve trauma cranico non penso che avrà meno chances di essere competitivo il prossimo anno. C’è il problema del braccio piuttosto, che comunque mi sembra migliorare. A Misano Marc ha vinto perché Pecco è caduto, però avevano distanziato molto tutti gli altri”.
Pensi sia ancora il favorito per il 2022?
“Ogni anno è una cosa a sé, ma ho come l’impressione che il livello di competitività sia cresciuto: ci sono tanti piloti veloci e diverse moto competitive, bisognerà vedere anche quanto la Honda riuscirà a migliorare la moto che sicuramente ha bisogno di crescere. Marc adesso ha rivali molto forti, da Quartararo alle Ducati. Ora è un po’ diverso dagli anni pre covid.”.
Quella di Marc ricorda un po’ la situazione in cui si è trovato Valentino nel 2007: Rossi spesso non aveva la velocità pura di Stoner o Lorenzo, si avvicinava ai trent’anni, però ha vinto comunque.
“Potrebbe essere un paragone sensato, è chiaro che quando uno domina come Marc - dal 2013 al 2019 è sempre stato decisamente più forte degli altri - prima o poi uno che va più forte arriva. Marc ha avuto questa sfortuna di farsi male in maniera seria e questo di sicuro non ha aiutato. Oltre a Pecco e Quartararo poi ce ne sono altri che possono infastidirlo, da Mir - che spesso dimentichiamo anche se ha vinto un mondiale - fino a Morbidelli, ma anche Martin il prossimo anno darà dei grattacapi a tutti e lo stesso vale per Bastianini. Credo che per Marc sarà difficile tornare ai livelli del 2014, quando ha vinto le prime 10 gare. Ma non ho dubbi sul fatto che resta un pretendente al titolo e quello che ha più possibilità di vincerlo”.
L’anno prossimo ci saranno otto Ducati in pista e pare che Jack Miller sia già in discussione.
“Mi sembra veramente prematuro affermare una cosa del genere. Forse ha un po’ deluso le aspettative perché avrebbe dovuto giocarsi il mondiale e non ci è riuscito, ma lasciamolo tranquillo fino a metà della prossima stagione. Se poi sarà ancora altalenante e ci saranno dei giovani più veloci sarà giusto pensare di cambiarlo, però adesso mi sembra veramente prematuro”.
Se fosse per te che piloti metteresti sulla Ducati ufficiali?
“Aspetterei di vedere come vanno le cose il prossimo anno. Personalmente mi piace molto Martin, penso abbia un grandissimo potenziale, purtroppo però è uno che quando cade si fa male spesso: è un po’ fragile, però di talento a mio parere ne ha veramente tantissimo”.
In questo 2021 in molti hanno deluso le aspettative, primo fra tutti forse Maverick Vinales. Anche Valentino e altri però…
“Se parliamo di piloti purtroppo si, sono diversi. Vinales ha vinto una gara e poi è sparito, poi a Misano con l’Aprilia nella seconda parte di gara è andato fortissimo. Maverick è sempre un po’ un’incognita, mi auguro per Aprilia che il prossimo anno riesca a dargli una continuità che lo renda più lucido. Sicuramente ha grande talento, ma ha alti e bassi pazzeschi. Vale è stato una delusione, fino a prima di Misano aveva pochissimi punti. Poi finalmente è riuscito a fare un decimo posto, ma come ultima stagione di un grandissimo campione come lui sarebbe stato più bello vedere una stagione diversa. Tra le delusioni possiamo metterci anche Jack, che appunto avrebbe dovuto lottare per il titolo. Allo stesso modo anche i due piloti Suzuki, ma va detto che probabilmente nel loro caso la moto è cresciuta meno rispetto alle altre e questo ha demotivato Mir e ha spinto Rins a fare più del necessario, infatti è caduto molte volte”.
Pensi che l’assenza di Davide Brivio, il quale ha lasciato la Formula 1 e potrebbe anche rientrare, sia parte di questo passo indietro della Suzuki?
“Sahara stesso (project leader di Suzuki in MotoGP, ndr.) ha spiegato che la figura di Davide manca e hanno deciso di cercarlo. Proveranno a prendere lui o magari trovare un sostituto”.
Magari ti arriva una telefonata…
“Per adesso tutto tace. Invece tra le delusioni metterei anche Danilo Petrucci, non si è trovato per niente sulla moto e, allo stesso tempo, anche KTM ha fatto un passo indietro rispetto a quanto fatto vedere l’anno scorso. Evidentemente aver perso le concessioni e non provare più sulle piste come l’anno scorso è stato determinante per loro, tuttavia resta un passo indietro importante. Invece l’Aprilia è migliorata tanto e speriamo che continui così”.
È stato innalzato il limite di età per arrivare al mondiale ed il prossimo anno Darryn Binder sarà in MotoGP. Non è sbagliato promuovere in classe regina un pilota come lui, tecnicamente in difficoltà con la Moto3? Si parla continuamente di sicurezza ma queste cose succedono ancora.
“Più che di sicurezza è un problema di prestazioni. Questa di Binder mi sembra un po’ più la mossa della disperazione, probabilmente non hanno trovato nessuno di interessante. Oltretutto dall’altra parte del garage c’è un pilota con un’esperienza notevole, Andrea Dovizioso, che ad oggi ha fatto ben poco. È vero che all’inizio faceva fatica anche Morbidelli con quella moto, però anche sul bagnato - dove il Dovi è sempre andato forte e in cui la potenza della moto è meno determinante - non ha fatto chissà quali risultati. La squadra di Razali ha avuto un esordio molto più sensato, Quartararo è stato una scommessa ma aveva un curriculum completamente diverso da quello di Darryn Binder”.
La sensazione è che abbiano preso un pilota per non spendere, specialmente nell’anno in cui Petronas li ha lasciati.
“Spero l’abbiano fatto per tirare fuori un altro jolly come avevano fatto con Fabio, magari hanno visto qualcosa che io da casa, che non seguo così attentamente la Moto3, non ho notato. Magari si rivelerà una scelta azzeccata. Certo che, sulla carta, è sicuramente molto rischioso. Quando hanno preso Quartararo si pensava avessero fatto una pazzia, invece… Tra l’altro ho letto un articolo interessante su moto.it in cui si fa notare che i veri campioni vincono i mondiali con oltre 300 punti, anche Fabio può farcela e nessuno avrebbe scommesso su di lui”.
A Portimaõ ci si giocherà il titolo della Moto3: Pedro Acosta o Dennis Foggia?
“Uno ha fatto il fenomeno nella prima parte di campionato, l’altro lo sta facendo nella seconda… Diciamo che lo meriterebbero entrambi. Acosta è impressionante perché è un esordiente, comunque vada il campionato ha fatto una stagione mostruosa. Un esordiente così non si è mai visto, neanche i vari mostri sacri hanno fatto cose così. Poi per carità, ne ho visti tanti andare forte in Moto3 e poi perdersi. Se lui rimane tranquillo però, non si monta la testa e si circonda di persone giuste che non lo fanno montare troppo è uno che - come va di moda dire in Formula 1 - è un predestinato”.