Sembra di essere tornati indietro a qualche anno fa, quando in una MotoGP dominata da Valentino Rossi cominciò ad arrivare una nuova generazione di piloti, che poi la gente avrebbe etichettato come i fantastici quattro: Stoner, Lorenzo, Pedrosa e lo stesso Valentino Rossi. Lo stile di guida, da tondo e regolare e con qualche intuizione presa dalla guida dei motori due tempi, si fece più estremo, affilato. Valentino, che all’epoca viaggiava verso i trent’anni, rispose adattandosi, anzi aggiungendo l’idea della gamba a penzoloni in staccata che ormai da anni è un’abitudine per la stragrande maggioranza dei piloti. Poi è arrivato Marc Marquez, il gomito in terra e la moto di traverso, il che ha richiesto a chi c’era di adattarsi e a chi è arrivato di imparare così. Marc dal canto suo ha preso le idee di Daniel Pedrosa, all’epoca suo compagno di squadra, e le ha estremizzate, costringendo i produttori di abbigliamento tecnico ad aggiungere le saponette sui gomiti. In una lunga intervista per Manuel Pecino su YouTube, Alvaro Bautista ha spiegato come, al momento, stia succedendo la stessa cosa: “Marc è in una situazione difficile, anche se da fuori non puoi sapere tutto”, ha risposto quando gli è stato chiesto un punto di vista sulle sue condizioni. “Gli infortuni condizionano il fisico e devi lavorare anche sul lato mentale. Rimanere fuori per tante gare e con tanti interventi chirurgici ti mette alla prova anche dal punto di vista psicologico. Marc ha un grande talento, ora però non può contare solo su questo. Poi a livello tecnico non è nella situazione migliore, la Honda non gli permette di guidare come vuole”.
Ciò di cui non si parla abbastanza però, e che Alvaro ha capito bene anche grazie ad un test con la MotoGP, è quanto le moto siano cambiate negli ultimi quattro anni: “Credo anche che ci sia stato un cambiamento in MotoGP con tanta aerodinamica, tanta elettronica e tante innovazioni in questo periodo. E questo boom è iniziato quando Marc si è fatto male per la prima volta. Quando è tornato, ha trovato una MotoGP molto diversa che si guida in un’altra maniera, con meno aggressività. Lui è sempre molto aggressivo e vuole guidare in quel modo, però ora questo non funziona e non può farlo. Con tanta aerodinamica bisogna guidare in modo più dolce. Deve capire come guidare questa nuova MotoGP, perché non è più la moto di prima. C’è stato un grande sviluppo, le cose sono cambiate e lui deve adattarsi”.
Bautista ha ragione, in quattro anni sono cambiate le moto - grandi pressoché il doppio con tutta l’aerodinamica che si portano addosso - e si è evoluta la tecnologia, dalle gomme alla gestione elettronica. A questo si aggiungono gli abbassatori ed un modo di guidare, anche in termini di strategia, del tutto nuovo: la scia di chi è davanti è diventata determinante ma non sempre positiva, perché lo pneumatico anteriore si surriscalda e si crea un effetto tunnel, le moto sono più difficili da frenare ed accelerano più in fretta. Mentre Brad Binder risponde a tutta questa innovazione con traversi da supermotard, Marc dovrà fare un reset mentale e ripartire con una guida diversa, costruita (anche) tenendo a mente l’innovazione di questi ultimi anni.