La notizia ha scosso il mondo dei motori. La morte di Fausto Gresini a soli 60 anni lascia un vuoto difficile da colmare. Il campione iridato nella 125 e team manager dell’omonima scuderia, scomparso questa mattina a seguito delle complicazioni da Covid, viene ricordato dai tanti che non solo lo hanno conosciuto, ma ne hanno apprezzato le qualità sportive, manageriali e soprattutto umane.
Uno di questi è Luca Cadalora, amico e compagno di mille battaglie in pista, come quella indimenticabile del campionato 1986.
“Le nostre sfide erano bellissime, sempre caratterizzate da sportività e agonismo. Abbiamo condiviso una stagione infuocata di duelli – ci ha detto l’ex pilota modenese –. L’avevo ritrovato da team manager e anche lì era riuscito a fare cose eccezionali. Non avremmo mai voluto sentire questa notizia, abbiamo sempre sperato che riuscissero a guarirlo da questo virus”.
Una persona altruista, con il fuoco dentro anche dopo il ritiro dalle piste dove con la sua squadra motociclistica ha colorato di bianco e rosso i circuiti di tutto il panorama su due ruote. “Nel 2017 abbiamo fatto insieme un viaggio aereo per Dubai per poi andare in Malesia, fu una cosa piacevolissima, parlammo di tutto”. Spazio poi alla fuga di notizie che riportavano la morte di Fausto Gresini, rivelate poi non vere, almeno per poche ore. “Purtroppo sono cose che capitano adesso, è una gara a chi esce per primo. È stata un’avvisaglia. La cosa più importante è però ricordare Fausto, una persona speciale”.