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Lucio Dalla sapeva raccontare tutto, anche l'immensità di Ayrton Senna

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

1 marzo 2021

Lucio Dalla sapeva raccontare tutto, anche l'immensità di Ayrton Senna
Lucio Dalla non ci sapeva stare, dentro le definizioni degli altri. Però le sapeva dare alla perfezione, senza cadere nel grande errore di chi, per descrivere, finisce col giudicare. Sapeva leggere i tratti umani e trasformarli in musica, disegnando spirito e cuore di tutti, dai piccoli ai grandi. Compreso l'animo inafferrabile di Ayrton Senna

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Sarà che le anime simili, in qualche modo, riescono a parlarsi senza parlarsi mai. Sarà che chi quella sensibilità lì ce l'ha, per natura o per scherzo del destino, vede cose che gli altri non vedono. Sarà anche solo perché Dalla lo sport lo amava tutto, dal calcio ai motori, e dentro ci vedeva un riflesso purissimo della vita. 

Saranno forse tutte queste cose insieme, o magari nessuna, ma Lucio Dalla è riuscito nell'impresa che nessuno scrittore, giornalista o esperto è mai riuscito davvero a fare: raccontare l'immensità di Ayrton Senna. 

Non le capacità alla guida e neanche la tragedia della morte, non la biografia o l'impatto sociale di un personaggio enorme come Senna. Solo Ayrton.

Nome, senza cognome, come nel titolo della canzone che Dalla gli dedicò dopo la tragedia di Imola 94. 

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Chi ci è nato nella terra dei motori, come Dalla, quella cosa lì se la porta addosso. Non si sceglie se essere appassionati o no, lo si è per passaporto. E uno come lui, lontano anni luce dalla Formula 1 e da tutto quello che rappresentava, dentro ci trovava comunque un pezzetto di sé. Qualcosa da andare a cercare negli altri, in chi come Senna aveva capito che "un vincitore vale quanto un vinto".  

La morte del brasiliano è stata uno squarcio, dentro a un circo (così Dalla voleva inizialmente chiamare la canzone) che non poteva continuare a ignorare il cambiamento che l'ultimo Ayrton, quello consapevole, voleva portare avanti. 

Potevo fare qualcosa
Dovevo cambiare qualche cosa
E ho deciso, una notte di maggio
In una terra di sognatori
Ho deciso che toccava, forse, a me
E ho capito che Dio mi aveva dato
Il potere di far tornare indietro il mondo
Rimbalzando nella curva insieme a me 

Cosa, se non questo, racconta la morte, il cambiamento, ma anche Imola e quel suo Dio alla fine del rettilineo della vita.

Delicatezza e malinconia di un uomo che per tutta la vita ha dovuto fare i conti con un animo spirituale, quasi mistico, misto alla foga di un pilota rabbioso dentro alla monoposto, magico - da lì il soprannome Magic - sotto la pioggia. 

Servono aggettivi su aggettivi per descrivere Senna, ma alla fine niente lo descrive mai abbastanza. Eppure in Ayrton, una canzone che di lui dice pochissimo, c'è tutto ciò che serve sapere per conosce l'anima infinita del più grande di tutti i tempi.  

Ed era questa forza strabiliante di Lucio Dalla, scomparso esattamente nove anni fa: saper descrivere, senza tentare di descrivere mai.  

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Tag

  • Ayrton Senna
  • Formula 1

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