E’ solo un rock ‘n’ roll show! Vasco Rossi lo cantava nel 2005, ma c’è un pilota che l’ha pensata così già un paio di decenni prima! E oggi compie 66 anni. Marco Lucchinelli, non ci giriamo troppo intorno, è il più rock’n’roll di tutti. Non solo perché canta e ha coltivato ambizioni da rockstar, ma perché la sua vita, tutta e non solo quella sportiva, è stata un continuo di picchi d’ogni tipo: dalla leggerezza alle bravate, dai successi ai fallimenti, passando, purtroppo, anche per il dolore atroce di essere sopravvissuto a un figlio. Ha vinto un mondiale, nel 1981, quando le motociclette erano roba per uomini veri e lo ha fatto vestendo i colori di un team privato. Campione del Mondo, quindi, e, per noi, campione assoluto da stampare sulla costituenda Hall of Fame di MOW. Perché Marco Lucchinelli è il più figo di tutti e noi, in occasione dei suoi 67, gli facciamo gli auguri con 11 (due volte il numero 1) delle sue indimenticabili uscite a gas aperto, molte delle quali tratte da Motorcycle Rockstar del direttore di MOW, Moreno Pisto.
Sulla musica...
Sono il musicista più veloce del mondo, o il pilota più intonato. Dipende solo dai punti di vista
Sulle vittorie...
Il bello è il piazzamento, il risultato. La coppa no, la coppa ti da anche noia, devi pulirla. Il risultato ce l’hai tu, dentro
Sui desideri...
Una sera ho visto una stella cadere, ecco perché la mia “stella fortuna”, e ho espresso tre desideri. Come primo avevo chiesto la guarigione di mio papà che aveva subito un delicatissimo intervento. Il secondo era che mio figlio nascesse sano e non pagasse certe mie “licenze di vita” che mi concedevo a quei tempi. Il terzo era diventare campione del mondo. Sono stato ‘fortunato‘ , perché tutti e tre i miei desideri si sono avverati
Sulla voglia di arrivare...
Nel 1954 la maggior età era 21 anni e allora non potevo avere la licenza di correre. Così ho pensato di lavorare ed ho fatto il cameriere sulle navi, in giro per il mondo tra Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa. Finché a 20 anni arrivò la licenza per correre in moto. La moto era per i poveri, l’automobile per i ricchi, invece adesso anche la moto è per i ricchi: vanno avanti quelli che hanno più soldi e meno talenti.
Sulle vigilie...
Eravamo in Svezia e la sera prima di vincere il Mondiale non me la sentivo di andare a letto presto, così ascoltai fino all’1,30 il concerto ‘rock & roll’ dei Van Halen, che non valeva la pena di perdere
Sulla morte...
Ai miei tempi si rischiava di morire, la morte era sempre lì, ma poi nei box si faceva festa, si beveva in compagnia e chi se ne fregava della morte! Quando me ne sono fregato, e quindi quando ho avuto paura, ho smesso di correre.
Sugli eccessi...
Nel 1982 mi presentai a Imola da campione del mondo. Ma alla vigilia delle prove sera ero ubriaco e all’indomani mi hanno portato in pista di peso. Feci il ventottesimo tempo su 28, praticamente era come se a Valentino Rossi gli passasse davanti anche il carretto dei gelati!. Però in gara poi vinsi io!
Su Amanda Lear...
Amanda Lear? E’ vero, ho trascorso una notte con lei dopo che una sera mi stuzzicava durante una ospitata televisiva. Avevo la curiosità di andarci anche per capire se quanto si diceva sul suo vero sesso corrispondesse a verità. Insomma, ci sono andato, ma un dubbio ce l’avevo. Invece era una donna, e che donna!
Sulle moto di oggi...
L’elettronica? E’ come il doping, ma per le moto. Aiuta chi non è abbastanza capace. Ma non si può mica fermare lo sviluppo
Sulle "acconciature"...
Adesso trovi tutto liscio, tutto pulito e a vista. Ai miei tempi c'era la "pelona", era un problema pure capire come orientarsi!
Sulle moto da corsa...
La moto da corsa deve fumare, bere molto e muovere il culo. Proprio come una troia!