Cos’è che i piloti desiderano più di ogni altra cosa? Correre! E di certo per loro non sono sufficienti un giorno e mezzo di test invernali. Al contrario, per i team principal, non c’è affatto bisogno di ingrandire il periodo dedicato alle prove collettive sulle macchine nuove. Concetto che vale ancora di più per coloro che non devono dimostrare qualcosa, come il numero uno della Red Bull Chris Horner. Queste le sue parole durante la conferenza dedicata ai team principale il quel di Bahrain: “Guardate l’affidabilità che abbiamo avuto questa mattina. Abbiamo avuto una bandiera rossa molto presto, che è stata tolta abbastanza rapidamente. Questi regolamenti sono piuttosto stabili, si potrebbe anche sostenere il contrario: se si considera l’affidabilità, e considerando la quantità di gare che ci aspetta, perché non fare due giorni di test e poi correre? Se questo crea un po’ di confusione all’inizio della stagione, è una cosa così negativa? E poi c’è abbastanza tempo durante l’anno per sistemare le macchine“.
Alle sue parole si è aggiunto il team principal della Ferrari Frederic Vasseur: “Con il motore attuale, con i regolamenti attuali, credo che tre giorni siano sufficienti. Questa stagione rappresenta la continuazione del 2022. Non sono sicuro che abbia senso raddoppiare il chilometraggio nel periodo invernale. Forse per i nuovi regolamenti torneremo a qualcosa di più robusto in termini di test, ma per il 2023 penso che vada bene così“. Esatto, il tema dei nuovi regolamenti. Nel 2026, quando saranno introdotte le power unit di prossima generazione, tutto potrebbe cambiare. Infatti, per riuscire a verificare funzionalità e criticità dei nuovi propulsori, secondo Horner saranno necessari più giorni: “Il 2026 è una prospettiva molto diversa perché ovviamente tutto è nuovo in termini di concetto di motore e telaio“.